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Con Personal Factory l’edilizia si rinnova: anche i piccoli sanno fare le cose in grande.

05 Personal FactoryNel Meridione fare impresa èpi๠difficile. Specie se siamo a Simbario, profondo entroterra calabrese. Soprattutto se l’azienda in questione, quella della famiglia Tassone, produce materiali per l’edilizia, settore, come èrisaputo, nel quale rete e costi di trasporto sono decisivi.

Proprio da quest’ultimo aspetto parte l’intuizione di Francesco, ingegnere 35enne e figlio del fondatore Giuseppe: “I composti che spedivamo erano fatti al 95% da sabbia e cemento, materiali reperibili ovunque”, spiega. “Abbiamo pensato che tutti potessero diventare produttori, a chilometro zero”.

Una fabbrica personale, Personal Factory: Tassone ha chiamato cosଠl’impresa che oggi gestisce insieme al fratello Luigi, 29 anni. Ogni aspetto èridimensionato a non per questo meno efficace: la loro macchina miscelatrice “tascabile”, Origami, non occupa pi๠di 8 metri quadrati, per 4 circa di altezza. Costruttori o rivenditori la possono usare per realizzare diversi tipi di composti, dagli intonaci agli adesivi per piastrelle. E con il milione e 600mila euro di vendite realizzate lo scorso anno Personal Factory ha chiuso i primo bilancio in pareggio: non pi๠una startup, ma un’azienda in piena espansione. Specie all’estero, da dove arriva il 90% degli ordini.

“La logistica tradizionale nel nostro settore sta esplodendo”, spiega Tassone, I grandi impianti realizzati negli anni ’90 erano pensati per produrre una gamma ridotta di prodotti, da distribuire su un territorio limitato. Oggi invece la varietà  dei materiali èmolto aumentata e il mercato da servire si èsteso di conseguenza: “La particolarità  della nostra macchina èquella di permettere una produzione decentrata e flessibile”. Materiali su misura per il cliente, diversi per composizione e colore: Origami consente fino a 3 milioni di combinazioni diverse. Il software che la governa ètutto sul cloud e permette di utilizzare le “ricette” create dagli altri utenti, una sorta di fabbrica collettiva. “I nostri clienti sono soprattutto rivenditori di materiali – spiega l’imprenditore – e all’estero anche i grandi costruttori che grazie alle loro dimensioni riescono a portare l’impianto a saturazione”. La nuova versione di Origami, pronta a debuttare sul mercato, avrà  dimensioni variabili da 7 a 40 metri quadri e una capacità  produttiva di una tonnellata e mezza ogni ora.

Costo, tra 140 e 200mila euro. “Impiegando il 25% della capacità  della macchina si ripaga l’investimento in sei mesi”, calcola Tassone. Proprio come per i produttori di stampanti a inchiostro perà², anche per Personal Factory la vendita delle miscelatrici rappresenta solo una parte degli introiti. L’azienda distribuisce anche i “consumabili”, le resine e gli additivi chimici che vanno aggiunti a sabbia e ghiaia per realizzare i prodotti, che si tratti di colle o stucchi. Al momento le due voci valgono ciascuna metà  degli incassi ma in prospettiva, spiega Tassone, “i consumabili arriveranno vicino al 65%”.

Il focus, nei prossimi mesi, sarà  ancora sull’espansione all’estero anche se la guerra in Ucraina, con le sanzioni contro Mosca, ha vanificato il piano di penetrazione commerciale in Russia iniziato due anni fa. Nonostante questo, tra il 2013 e il 2014, il fatturato èsalito da un milione a un milione e 600mila euro: “Per il 2015 puntiamo a 3 milioni”, anticipa Tassone. “Diversifichiamo molto i mercati, dalla Thailandia al Congo, e grazie ai minori costi di trasporto riusciamo comunque a essere competitivi. Nei Paesi pi๠promettenti, come gli Emirati, l’Algeria e il Brasile, stabiliremo delle controllate commerciali”. Finora l’azienda ha raccolto circa 4 milioni di euro di investimenti da un gruppo di venture capital, tra cui Principia e Atlante (Intesa Sanpaolo), ma non ha in vista altri round di finanziamento: “Adesso abbiamo accesso al credito bancario”.

Che qualcuno possa utilizzare Origami comprando gli additivi altrove, secondo Tassone, non èun rischio, “visto il livello dei servizi che offriamo”. Solo nell’ultimo anno, grazie al lavoro dei dieci ricercatori del laboratorio di Simbario, costato un milione e mezzo di euro, i materiali che Origami puಠprodurre sono diventati 60 in pià¹, compreso un micro cemento per rivestimenti di design: “Un piccolo produttore ottiene la stessa varietà  di offerta di una multinazionale”. E grazie all’elettronica integrata nella macchina il sistema assicura una totale tracciabilità  dei prodotti, centrale per i costruttori. “Il settore comincia a percepire il valore del nostro marchio”, conclude Tassone. “Ma vogliamo che lo facciano anche i clienti finali, per questo punteremo a entrare in cantieri importanti in Italia”. Un biglietto da visita fondamentale, per fare le cose in grande.