Per importare in Italia cani, gatti e furetti occorre procurarsi dalle autorità sanitarie del Paese d’origine un certificato che identifichi l’animale, ne attesti la buona salute e, per i cani, una recente vaccinazione antirabbica.
Una certificazione analoga va ottenuta anche per ogni altro tipo di animale, con particolare attenzione a che venga esclusa la presenza di malattie infettive. Se si tratta di specie rare e protette, occorre anche il certificato CITES di autorizzazione all’esportazione rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza (il CITES èla convenzione internazionale vigente in materia).
Perfino alcune piante sono giudicate rare e protette, e anche per loro occorre un’autorizzazione analoga, cosଠcome per le importazioni di prodotti in avorio, in corallo, in pelle di rettile e in altri materiali particolarmente tutelati.
I certificati sanitari devono accompagnare anche le importazioni, in qualsiasi quantità , dei prodotti di origine animale: carne, latte, uova e quant’altro. Il certificato deve essere presentato presso l’ufficio sanitario del posto doganale, il cui responsabile provvederà a verificare la “salute†dei prodotti. Potrebbe sembrare uno scherzo, ma anche solo importare una confezione di uova senza certificato sanitario espone il viaggiatore ad una multa e al pagamento delle spese per la distruzione della merce. Limitate esenzioni sono previste per prodotti specifici, come il caviale e il latte in polvere.
Se, infine, si vogliono introdurre armi sul suolo nazionale, occorre sempre dichiararle in dogana e presentare il porto d’armi o l’autorizzazione equipollente rilasciata dalle autorità estere. In mancanza, l’arma andrà depositata in dogana in attesa che il viaggiatore si procuri il porto d’armi italiano.