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Il ritorno dei negozianti a credito

Negli ultimi trent’anni, la comparsa prima dei supermercati e poi degli ipermercati ha condannato ad una lenta agonia l’intero comparto dei piccoli esercenti: quell’esercito di botteghe sotto casa in cui la tipica massaia italiana si recava ogni mattina instaurando un rapporto di fiducia e conoscenza anche personale col gestore e i suoi commessi.

Oggi le casalinghe sono sempre di meno e il tempo a disposizione per fare la spesa èmeno ancora. Quindi, la soluzione dei grandi centri commerciali èspesso pi๠comoda, veloce ed economica, condannando i piccoli negozianti all’oblio.


Tuttavia, da quando èiniziata la crisi si registra un lento ritorno di fiamma degli italiani per il negozio di fiducia. Questo dipende in parte dall’aumento folle del costo del carburante nell’estate scorsa che ha suggerito ai cittadini di ridurre le escursioni fuori porta verso gli ipermercati.
Ma in parte dipende anche dal rilancio che molti negozianti hanno compiuto del sistema di pagamento pi๠vecchio del mondo: “me lo segni sul conto”.

Non èaffatto un nostalgico ritorno alla tradizione, ma anzi una raffinata strategia di marketing. Sono sempre di pi๠le famiglie che non arrivano a fine mese, se non addirittura a metà  mese: questo lo sappiamo tutti da anni. Ma allora, si sono chiesti gli esercenti, perchè non rilanciare le dilazioni sui pagamenti per attirare quei clienti, magari anziani, che navigano in tempi di vacche magre?


Ecco quindi rispuntare accanto al registratore di cassa il pi๠classico dei quaderni, dove il barista, il fruttivendolo, il macellaio di turno segnano gli acquisti dei clienti pi๠conosciuti e fidati, che salderanno quanto dovuto al momento dell’incasso dello stipendio.
Una soluzione impraticabile da parte della grande distribuzione, e che per i negozianti èun’arma competitiva che potrebbe rivelarsi formidabile.