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Testo Unico per la Sicurezza: mancanza di certezze

Sono già  diversi mesi che la famosa legge 626 èstata eliminata dal nostro ordinamento per far posto ad una nuova legge (il Testo Unico per la Sicurezza, D.Lgs. 81/2008) che aggiorna gli obblighi del datore e dei lavoratori in tema di tutela aziendale dai rischi, ma ancora numerose sono le incertezze legate al passaggio dalla previgente normativa alla attuale.

Molti dubbi, per esempio, si addensano sull’interpretazione dell’articolo 28, che impone diverse novità  sul documento di valutazione dei rischi (DVR), che il datore deve approntare per individuare tutti i possibili rischi che incombono sulla salute dei lavoratori e le relative contromisure.


Nell’ottica di rendere pi๠efficiente questo documento e pi๠raggiungibili i suoi obiettivi, la nuova legge ha stabilito alcune soluzioni che perಠrisultano di difficile interpretazione.

Per esempio, il DVR deve essere aggiornato ogni qual volta mutino le condizioni dell’ambiente di lavoro per qualsiasi motivo, ma ogni suo aggiornamento deve avere “data certa”: deve essere cioèpossibile ricostruire senza possibilità  di errore quando il DVR la data dell’ultima revisione. Secondo molti interpreti, questo vorrebbe dire rivolgersi volta per volta ad un notaio perchè certifichi tale data; una soluzione che perಠappare esageratamente onerosa.


Ci si domanda, poi, come incida nel documento la valutazione che il datore dovrebbe fare sulle condizioni psicologiche dei lavoratori e sul rischio di stress, un concetto tanto discusso quanto indefinito. Si auspicano chiarimenti dal Ministero del Welfare, che dovrebbe diffondere una circolare che qualifichi meglio la questione.

Esiste poi un misterioso accenno alla “provenienza” dei lavoratori che manca di ogni spiegazione. Si suppone che si intenda dire che, in presenza di lavoratori stranieri non ancora esperti dell’italiano, appositi simboli e cartelli debbano rendere noti anche a loro i rischi e le relative misure di sicurezza.