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Disoccupazione, sommerso e precarietà  i veri problemi italiani

Disoccupazione, sommerso e precarietà  i veri problemi italiani

Dell’ormai dilagante disoccupazione e dell’ormai non pi๠economicamente sostenibile disoccupazione giovanile, rispettivamente giunte al 10,7% in Italia e all’11,3% nell’Eurozona e al 35,3% in Italia e al 22,6% nell’Eurozona, si sarebbe in questi ultimi giorni discusso veramente molto a lungo.

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Allo stesso modo, come certamente saprete, veramente molto a lungo si sarebbe discusso di precarietà  con un numero di lavoratori precari italiani, in considerazione dei collaboratori assunti a tempo determinato, che avrebbe ormai di gran lunga superato i 3.000.000.

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Numeri da vero e proprio capogiro che si spiegano solamente con l’incedere, apparentemente inarrestabile, della crisi economica e finanziaria che, purtroppo, avrebbe portato all’aumento di un altro dato significativamente molto preoccupante.

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Stiamo parlando del lavoro sommerso, ovverosia di quello che verrebbe comunemente detto lavoro nero, che avrebbe ormai raggiunto, stando ai dati pubblicati da Eurispes negli scorsi giorni, il valore record del 35% del Prodotto Interno Lordo.

Si tratterebbe, dunque, di quasi 530 miliardi di euro completamente sconosciuti all’Erario, e dunque incapaci di avere il benchè minimo valore economico e finanziario per lo Stato italiano, ai quali dovrebbero aggiungersi i profitti della criminalità  organizzata che, purtroppo, parrebbero ormai aver raggiunto i 200 miliardi di euro annui.

Il lavoro sommerso, perà², non coinvolgerebbe solamente i diretti interessati, solitamente persone ormai disperate nonchè alla disperata ricerca di un impiego quale che esso sia, bensଠanche l’intera economia italiana giacchè, come forse saprete, farebbe incredibilmente aumentare quel particolare spread, tutto italiano, tra ricchezza reale, reddito e tenore di vita.

Uno spread ormai arrivato a valori cosଠalti da non essere pi๠sostenibile sul ungo periodo.