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Corruzione dilagante negli appalti

Fra le numerose autorità  indipendenti previsti dal nostro ordinamento, una delle meno conosciute èil Garante della Vigilanza sui Contratti Pubblici. A presiedere l’organismo èoggi il senatore Giuseppe Brienza, ma fino al giugno scorso era stato preceduto dal dottor Luigi Giampaolino, oggi nuovo presidente della Corte dei Conti.


Prima di lasciare il precedente incarico, Giampaolino ha presentato la sua ultima relazione, cui la stampa specializzata ha dedicato una certa attenzione. Il quadro dipinto dall’ex Garante, infatti, appare molto fosco: secondo Giampaolino, il male antico della corruzione nell’assegnazione degli appalti pubblici èpi๠vivo che mai, a dispetto dei (blandi) tentativi messi in campo negli anni per estirpare tale fenomeno.
La corruzione si presenta sotto due forme: quella pi๠apertamente illegale, ossia l’assegnazione di forniture da parte di sindaci e assessori in cambio di denaro, e quella apparentemente pi๠“pulita” (ma altrettanto nociva), ossia la concessione di favori ad amici e amici degli amici in cambio di altrettanti favori.
In ogni caso, le imprese oneste soffrono moltissimo questo stato di cose, che rischia di condannarle alla marginalizzazione nel mercato a meno di non entrare a propria volta nel giro. E, naturalmente, le forniture offerte per vie poco limpide non sono sempre della migliore qualità .


Giampaolino ha perಠsegnalato anche altre disfunzioni dell’attuale sistema. Innanzitutto, ètroppo elevato il numero delle stazioni appaltanti, e cioèdegli enti che bandiscono le gare (oltre tredicimila, per lo pi๠Comuni), il che favorisce prassi troppo diverse fra loro, ma sono troppe anche le microimprese che partecipano, spesso prive di competenze e risorse adeguate.
La normativa, inoltre, appare troppo articolata e andrebbe snellita. Infine, segnala Giampaolino, le assegnazioni in deroga alle norme ordinarie, come quelle previste per la Protezione Civile, nascondono frequenti storture.