
Iniziamo da oggi un viaggio all’interno della complessa manovra di oltre ventiquattro miliardi di euro, composta per i due terzi da tagli alle uscite e per un terzo da nuove entrate. Prima di cominciare, è bene però ricordare che il passaggio parlamentare potrà , nei prossimi due mesi, stravolgere anche profondamente il contenuto del decreto-legge.
Il primo argomento da affrontare riguarda il capitolo della sanità , fra le prime voci di uscita dalle casse pubbliche: basti dire che la spesa sanitaria nel 2009 ammontava mediamente a 1.816 euro a persona, con punta massima di 2.170 euro nell’Alto Adige e minima di 1.671 euro in Sicilia.
Non c’è stato il profondo taglio che era stato paventato, né è stato introdotto un ticket generalizzato sulle prestazioni specialistiche, ipotesi prospettata più volte. Tutto sommato, la stretta sulla sanità è stata contenuta rispetto alle previsioni; però c’è stata, e ammonta a circa 1,3 miliardi di euro. È anche vero, inoltre, che altri tagli saranno presumibilmente attuati dalle Regioni, che con la manovra si sono visti drasticamente ridurre i trasferimenti statali.
Il grosso dei tagli riguarda gli approvvigionamenti dei medicinali: i pagamenti alle case farmaceutiche costituiscono la principale causa del “rosso†nei bilanci di diverse Regioni. Si prevede quindi una riduzione del margine riservato ai grossisti (scenderà al 3,65% sul prezzo di vendita) e un ricorso molto più massiccio ai farmaci generici. Per favorire la concorrenza, è inoltre stabilito che le singole gare bandite dall’Agenzia Italiana del Farmaco non potranno riguardare più di quattro medicinali per appalto.