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Stop rata saldo Imu dicembre 2013

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Il Governo ha confermato in via definitiva la cancellazione del pagamento della rata Imu dicembre 2013, ovvero la rata inizialmente prevista come saldo finale. Le scorse settimane hanno visto l’Esecutivo italiano in forte fibrillazione ed un’eventuale crisi di Governo avrebbe portato quasi certamente ad un passo indietro sul tema dell’imposta municipale sugli immobili.

Adesso arriva la conferma: i contribuenti non dovranno pagare il saldo Imu di dicembre 2013. La pausa durerà  poco, visto che già  nel mese di gennaio èprevisto il pagamento di una nuova imposta, la neonata service tax . Il Governo sta studiando addirittura l’introduzione di una nuova aliquota Iva al 7-8%. Non sembra quindi bastare l’aumento dell’Iva al 22% che èstato reso operativo lo scorso 1 ottobre 2013. Questi annunci arrivano direttamente da parte di un esponente del Governo, nello specifico il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.

Il ministro ha chiarito che la questione èstata definitivamente chiusa e che adesso siamo a valle di una decisione assunta. Nessun passo indietro del Governo quindi sul tema dell’Imu. A dicembre quindi i cittadini non dovranno pagare la rata dell’Imu, ma già  a gennaio li aspetterà  la service tax, la nuova imposta presentata sul finire dell’estate da parte del Governo Letta.

La nuova tassa sui servizi accorperà  quindi sia l’Imu, sia la Tares, anche se molte voci confermano che la tassa sarà  comunque pi๠leggera della somma delle due precedenti. La definizione di tutti i dettagli sulla service tax  sono stati rinviati nella legge di stabilità  2014. Il nuovo tributo dovrà  quindi essere disciplinato dalla prossima la legge di stabilità  2014, che dovrà  essere approvata entro il 15 ottobre da parte del Governo.

La stessa legge di stabilità  dovrebbe anche curare tutto l’aspetto relativo alla cassa integrazione in deroga. Il tema principale èovviamente quello del rifinanziamento della CIG in deroga dopo il rinvio deciso nell’ultima manovra effettuata dal Governo Letta.