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Imprese e banche col fiato sospeso nel giorno del referendum in Scozia

La Scozia si accinge proprio nella giornata di oggi, 18 settembre 2014, ad esprimersi sul referendum che dovrà  decretare l’indipendenza della contea della Gran Bretagna o il mantenimento della situazione di partenza, confermando un’unione che dura ormai da secoli e che ormai non èsolo di tipo politico. Anche l’economia scozzese, infatti, appare profondamente segnata e radicata nel sistema che vuole la dipendenza da Londra e non si tratta certo di un sistema facile da cambiare. 

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I cittadini scozzesi potranno esprimere la loro preferenza fino alle 10 di questa sera, cioèle 22. I sondaggi degli ultimi giorni hanno dato in verità  risultati contrastanti, ma nelle ultime ore sembrava essere leggermente in favore il fronte dei no. Al fronte dei no, come abbiamo accennato, si associa del resto la buona parte del mondo produttivo scozzese. 

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Se infatti in Scozia il partito del sà¬, favorevole all’indipendenza, viene sostenuto soprattutto dalle generazioni pi๠giovani, il partito del no incontra il favore delle attività  commerciali, del mondo delle imprese e di quello della finanza, che teme cambiamenti in negativo della situazione.

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Gli economisti pensano infatti che in caso di indipendenza della Scozia anche il mercato del lavoro potrebbe risentirne in modo molto pesante, e che molti posti di lavoro potrebbero andare perduti. Molte grandi istituzioni finanziarie del paese hanno ad esempio già  minacciato nei giorni scorsi di lasciare il paese e trasferire le proprie sedi in caso di vittoria del sà¬. In pi๠nche il cambio di valuta potrebbe essere fattore di non poco conto.