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I fallimenti delle aziende aumentano del 14 per cento nel secondo trimestre 2014

La crisi economica non èaffatto dietro le spalle dell’Italia. A partire dal 2001, infatti, si èregistrata proprio quest’anno la percentuale in assoluto pi๠alta di fallimenti aziendali. I dati sono stati raccolti dal Cerved, che tiene il polso della situazione. Nel secondo trimestre del 2014, dunque, i fallimenti delle imprese italiane sono stati in crescita del 14 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 2013. 

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Ma non ètutto. Si dall’inizio della crisi economica, nel primo semestre del 2014 i fallimenti registrati hanno avuto in verità  un incremento del 10,5 per cento, interessando in totale 8120 realtà  produttive. Niente riprese quindi per l’Italia, ma ancora un quadro di recessione, in cui ordinativi, PIL e mercato del lavoro fanno prevedere dati ancora pi๠negativi.

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I fallimenti aziendali hanno interessato tutto il territorio italiano. Solo il nord est èstato  risparmiato dalla peggiore crisi. Lଠinfatti la percentuale delle chiusure non raggiunge la doppia cifra, a differenza del resto d’Italia, ma l’incremento registrato èsolo del 5,5 per cento. Pi๠colpiti, soprattutto, il Mezzogiorno e le isole, con incrementi del 14 per cento nel primo trimestre 2014, seguiti da nord ovest e centro, pi๠o meno a pari livello sul 10 per cento.

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Cambiano anche gli strumenti burocratici utilizzati in caso di fallimento. Sono meno infatti le imprese che hanno deciso per il concordato in bianco, e meno quelle che hanno scelto i concordati comprensivi di piano. Si riducono del 10 per cento anche le liquidazioni, nel primo semestre 2014, dopo un periodo di debole ripresa.