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POS per le partite IVA: poche sanzioni e nessuna agevolazione

Il governo ha reso obbligatorio per alcune partite IVA, il possesso degli strumenti che garantiscono il pagamento elettronico, nello specifico ha reso obbligatorio il POS. Per ora, comunque, non sono previste sanzioni e si discute sulla possibilità  di ridurre i costi.

Il POS èobbligatorio per legge dal 30 giugno, da quando cioèèdiventata effettiva la disposizione in merito, contenuta nel Dl 179/2012. Il POS èobbligatorio per i professionisti, per gli esercenti commerciali, per gli artigiani, per i commercianti. Sono passati pochi mesi dall’introduzione della legge e già  si pensa a come cambiare le cose, perchè in fondo, la situazione èpi๠complessa del previsto.

Cosa succede adesso

In caso di pagamenti superiori a 30 euro, i professionisti, gli artigiani e i commercianti, dovrebbero garantire il pagamento tramite POS, in modo da far decollare il pagamento elettronico e in modo da rendere maggiormente tracciabili i ricavi di questa categoria di contribuenti. Siccome non sono previste sanzioni per gli inadempienti, capita che la maggior parte delle partite IVA non abbia ancora provveduto a dotarsi di POS e chi lo ha fatto, invece, sottolinea che i costi previsti per erogare il servizio, sono fin troppo elevati.

Come cambierà  la situazione in futuro

Non conosciamo del disegni di legge dedicati all’argomento ma si sa che in Parlamento e in Governo sono oggetto di discussione questi benedetti POS. L’idea èdi incrementare il numero delle sanzioni che aggiungendosi ai costi del POS, dovrebbero scoraggiare chi èobbligato a tenere questo strumento di pagamento, a trasgredire la legge. Il sottosegretario all’Economia Zanetti ha annunciato un giro di vite sui controlli.

Il Governo, naturalmente, ha accolto anche le critiche che sono arrivate dai professionisti ed ha dedico di avviare un tavolo di lavoro con Bankitalia, ABI, Consorzio Bancomat, Aiip e con i gestori di VISA e Mastercard. L’obiettivo èdi ridurre i costi del servizio POS che adesso va dai 25 ai 180 euro l’anno, decisamente troppo elevato per i piccoli contribuenti.