Per i primi tre anni l’euro veniva utilizzato solo contabilmente, per le quotazioni sui mercati, sui bilanci, sui conti correnti..

Per i primi tre anni l’euro veniva utilizzato solo contabilmente, per le quotazioni sui mercati, sui bilanci, sui conti correnti. Dal 2002, invece, è divenuta la moneta reale che pesa ancora oggi nelle nostre tasche e in quelle dei cittadini di altri quindici Stati comunitari (l’ultimo aderente, la Slovacchia, è entrato nel club nel 2009) e di altri Paesi dove esso si usa comunque in virtù di accordi internazionali, come San Marino.
A tanti anni di distanza, è ancora difficile per il comune cittadino stabilire il vantaggio o lo svantaggio complessivo derivante dall’adozione della moneta unica europea. Fra i “contro” si segnalano, come tutti sanno, gli aumenti talvolta indiscriminati dei prezzi soprattutto nella spesa di tutti i giorni, favoriti da fattori psicologici come lo scarso valore attribuito alle monete metalliche e l’errata associazione mentale “un euro = mille lire”.
I “pro”, invece, sono emersi lentamente con il tempo. Il continuo apprezzamento della valuta europea sui mercati finanziari internazionali ai danni del dollaro, della sterlina e dello yen ha sostanzialmente favorito la posizione europea negli scambi internazionali e diversi Paesi produttori di petrolio stanno valutando di seguire l’esempio dell’Iran e di adottare la nostra moneta per le quotazioni del petrolio al posto del dollaro americano.
Soprattutto, l’euro ha consentito e consente tuttora all’Europa di reggere l’urto con la crisi globale di questi mesi, tanto che parecchi euroscettici, dal Governo inglese a quello danese, stanno meditando di rivedere le loro posizioni.
Meglio non pensare a cosa ci sarebbe capitato fra capo e collo se ci fossimo dovuti difendere con la nostra vecchia lira.