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Tribunale dei Ministri, che cos’ e come funziona

Sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale per la Diciotti, la nave della Guardia costiera con a bordo 177 migranti e rimasta bloccata nel porto di Catania per 5 giorni: questi i reati contestati al Ministro dell’Interno Matteo  Salvini e al suo capo di gabinetto. Gli atti dell’inchiesta del pm di Palermo verranno trasmessi alla procura di Palermo che provvederà  a inviarli al tribunale per i ministri della stessa città .

Salvini ha già  dichiarato di voler rinunciare all’immunità  parlamentare sfidando la magistratura, ma come come funziona e che cos’ esattamente il Tribunale dei Ministri?

Per arrivare al giudizio di un ministro  i va incontro a una lunga che implica anche un voto parlamentare: si tratta in particolare di una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal Presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni.

La materia viene regolata dall’art. 96 della Costituzione secondo cui “Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale”.

Rapporti, referti e denunce per i reati ministeriali vengono trasmessi al procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio che entro quindici giorni, e senza compiere indagini, dovrà  trasmettere gli atti al tribunale dei ministri offrendone immediata comunicazione ai soggetti interessati. 

Una volta che il tribunale dei ministri avrà  ricevuto gli atti, entro 90 giorni, dovrà  aver compiuto indagini preliminari e dovrà  aver sentito il pubblico ministero: potrà  a questo punto decidere per l’archiviazione o per la trasmissione degli atti con una relazione motivata al procuratore della Repubblica per chiedere l’autorizzazione a procedere. 

L’autorizzazione dovrà  essere chiesta alla Camera di appartenenza degli inquisiti e la Camera competente potrà  anche negare che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico.

Ottenuta invece l’autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio, ma non al Tribunale die Ministri che no partecipa alle ulteriori fasi del procedimento. Successivamente per le ulteriori impugnazioni e gli altri gradi di giudizio vengono applicate le norme del codice di procedura penale.

 

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