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Cosa fare delle macerie da ristrutturazione

Abbattere un tramezzo, aggiungere una presa elettrica sulla parete oppure eseguire altri lavori “casalinghi” comporta sempre la produzione, in maggiore o minore quantità , di macerie da smaltire.
In previsione di una ristrutturazione, un lettore del “Sole 24 Ore” ha domandato alla famosa rubrica “L’Esperto risponde” cosa deve fare per liberarsi dei calcinacci rimanendo in regola con la legge. La risposta puಠessere d’interesse per molti cittadini.


àˆ necessario verificare se i lavori sono eseguiti in proprio da parte del titolare dell’appartamento oppure da un’impresa edile. La distinzione èbasilare per individuare il proprietario delle macerie: la giurisprudenza, infatti, ha sempre ritenuto che èil titolare dei residui da lavorazione edile ècolui che materialmente conduce i lavori.

Se dunque le macerie appartengono ad un privato cittadino, costui dovrà  contattare il servizio comunale di raccolta dei rifiuti perchè questi vengano ritirati a domicilio; in alternativa, potrà  consegnarli direttamente in una “ecopiazzola”, se questa ècostituita nel territorio comunale. Al proposito, perà², si nota un’incongruenza fra il decreto legislativo 152/2006 (Codice Ambientale) che stabilisce ciಠe un decreto ministeriale del 2008, che ha escluso il conferimento nelle ecopiazzole.


Se le macerie sono invece di proprietà  di un’impresa, essa dovrà  portarle temporaneamente presso la propria sede senza particolari formalità , e successivamente affidarle ad uno smaltitore autorizzato. Come per gli altri rifiuti speciali, l’azienda dovrà  compiere i relativi adempimenti, inclusa la tenuta del registro di carico e scarico.
Infine, uno sguardo alle sanzioni: l’abbandono illegittimo dei calcinacci comporta per i privati una sanzione da 105 a 620 euro (ridotta fra i 25 e i 150 euro se i rifiuti non sono ingombranti nè pericolosi), mentre per gli imprenditori, oltre ad una multa molto pi๠salata, c’ anche il rischio dell’arresto fino a due anni.