Come passare da disoccupato a imprenditore

Passare da disoccupato a imprenditore con “Start”, un importante progetto di nuovo in rampa di lancio grazie al quale nella Regione Lombardia potranno essere create ben 300 nuove realtà  imprenditoriali a fronte di circa 1.400 persone che, in base alle stime ed alle previsioni, potranno fruire di servizi di assistenza e di formazione rigorosamente gratuiti.

“Start” èun progetto che sul territorio, in accordo con quanto reso noto dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, viene promosso dal sistema delle Camere di Commercio lombarde, dalla Regione Lombardia, e dal Comune di Monza unitamente al sostegno finanziario del Ministro della Gioventà¹.

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Voucher innovazione e brevetti europei

Per la consulenza nel campo dell’innovazione tecnologica, ma anche per l’analisi e la valutazione economica e finanziaria, per i brevetti europei, per valorizzare il capitale umano, e per ottenere accompagnamento ai fini della partecipazione ai bandi europei.

Sono queste le finalità  di accesso ai contributi a fondo perduto, erogabili sotto forma di voucher, stanziati nella Regione Lombardia a favore delle piccole e medie imprese operanti sul territorio. La dotazione finanziaria, fino ad esaurimento delle risorse, èpari a complessivi otto milioni di euro a fronte dei termini di presentazione delle domande che resteranno aperti fino e non oltre le ore 12 del 30 dicembre del 2011.

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Creare impresa a colloquio con un esperto

Un giovane in Italia di norma si mette in proprio creando una nuova impresa per vocazione; ma altrettanto spesso il giovane imprenditore in erba diventa tale anche in risposta alla crisi ed alla mancanza sul territorio di occasioni di lavoro subordinato con contratti a tempo indeterminato.

Creare l’impresa èrelativamente facile, mentre il difficile èconquistarsi quote di mercato e nuovi clienti, possibilmente instaurando dei rapporti di fornitura di beni, servizi o prestazioni di lungo periodo. Per avere pi๠probabilità  di trasformare la nuova impresa in un business vincente, di norma èbene affidarsi a chi nel settore ha già  esperienza, un imprenditore affermato che puಠdare consigli, e comunque in generale un esperto del comparto.

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Mettersi in proprio con un corso di formazione

Per trovare lavoro presso un azienda spesso non basta il titolo di studio, ma serve anche un’adeguata esperienza pregressa. Di riflesso, al fine di colmare eventuali lacune non mancano i lavoratori, magari espulsi dal circuito occupazionale a causa della crisi, che rafforzano il proprio curriculum frequentando un corso di formazione che permetta di acquisire competenze aggiuntive. Ma lo stesso vale anche per chi punta invece al lavoro autonomo, ovverosia al mettersi in proprio aprendo una nuova impresa.

D’altronde l’imprenditore in erba, di norma, senza un corso di formazione, e spesso senza un adeguato tutoraggio, difficilmente riesce a districarsi tra le pratiche burocratiche per avviare l’attività , ma anche per accedere al credito, per lo start up e per il supporto al business.

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Le università  finanziano lo start up delle imprese

L’espressione “start up”, ormai comune, indica la fase di preparazione e avvio delle imprese.

Non di rado, anche i progetti aziendali pi๠interessanti e promettenti necessitano di un sostegno nella fase di start up, a causa della mancanza di fondi, delle incertezze organizzative o delle difficoltà  di fronte ai molti adempimenti amministrativi, fiscali e previdenziali.

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Incentivo Tremonti-ter per nuove aziende

In questi giorni, gli esperti di fiscalità  d’impresa si stanno esercitando per mettere a fuoco tutte le specificità  dell’incentivo noto come “Tremonti-ter”, che comporta una detassazione del reddito d’impresa pari al 50% di numerose tipologie di investimenti compiuti fra la seconda metà  del 2009 e la prima del 2010.

Un aspetto che èstato sottolineato da diversi studiosi èche, al contrario delle due precedenti versioni della legge Tremonti, stavolta l’incentivo non èriservato alle imprese già  esistente alla data di entrata in vigore della norma, ma anche a quelle che si costituiranno da qui fino al 30 giugno 2010.

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Ciclo di vita finanziaria dell’impresa: la fase di avvio

impresa

La fase di avvio di un’impresa si suddivide, a sua volta, in tre sotto-fasi. La prima èdefinita “seed” (“semina”), ed èquella in cui si eseguono studi di fattibilità  sull’attività  che s’intende intraprendere: si sostiene una serie di spese senza alcuna attività  produttiva e dunque senza alcun ingresso di ricavi.

Lo “start-up” (“avvio” in senso stretto) èinvece la fase in cui si compiono soprattutto investimenti in capitale fisso (immobili, arredamento, computer ecc.), mentre nel “first stage” (“primo sviluppo”) si acquistano prevalentemente materie da impiegare nei processi produttivi o merci da rivendere.

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