Calo dell’inflazione a +2,7%

l\'inflazione diminuisce

Tra i vari segnali che portano a pensare a una crisi dei consumi causata da questa crisi finanziaria èl’andamento dei prezzi e quindi l’andamento dell’inflazione. In questi giorni abbiamo visto una forte diminuzione del prezzo del petrolio che ha aiutato a far scendere, se pur molto lentamente, anche il prezzo dei carburanti. Nonostante il prezzo dei carburanti sia ancora molto alto in confronto alla discesa del petrolio, abbiamo rilevato una forte diminuzione.

Oltre agli idrocarburi, sono scesi un po’ tutti i prezzi causati dalla forte discesa della domanda che ha causato immediatamente una ripercussione sull’inflazione che risulta essere scesa come nell’anno 1959.

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Come combattere la recessione

Le imprese italiane, gli imprenditori italiani, ma soprattutto l’amministrazione pubblica dovrebbe riflettere sulla situazione economica americana. Nonostante la crisi economica in atto, il prodotto interno lordo americano ha subito un primo trimestre sorprendentemente buono registrando un tasso di crescita di oltre il 3% mentre in Italia la situazione èin stallo e si prevede addiritttura una recessione.

Da notare èl’andamento del dollaro che nell’ultimo periodo si èreso protagonista dell’andamento dell’intera economia americana. Arrivando a toccare l’1,5 dollari per comprare un euro, si sono viste in America forti esportazioni che hanno ovviamente aiutato la crescita dell’industria con una relativa capitalizzazione.

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Nuovo allarme-recessione

crisi in arrivo dall\'america

Il rischio èquello che, a furia di lanciare troppi allarmi, nessuno ci faccia pi๠caso. Eppure, il grido di dolore lanciato dal commissario europeo per gli Affari Monetari, lo spagnolo Joaquim Almunia, non porta certo al centro dell’attenzione un argomento nuovo, ma tuttavia l’autorevolezza della fonte dovrebbe spingere tutti a valutare le sue affermazioni con attenzione e timore.

Almunia ha citato una serie di dati macroeconomici aggiornati sulle ultime rilevazioni nell’eurozona, e ha formulato le previsioni per i prossimi due anni: purtroppo, definirle “fosche” non sarebbe sufficiente.

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Per molte imprese il Natale ègià  arrivato

piazza illuminata in una serata natalizia

La notizia, lungi dall’essere festosa, èl’ennesimo segnale della crisi dei consumi nel nostro Paese. Secondo le ultime proiezioni della Confcommercio, infatti, si registrerà  un calo medio dello 0,5% anche per tutto il 2009, e i negozi chiusi negli ultimi dieci anni sono pi๠di cinquecentomila.

Ed èper cercare di reagire alla situazione senza uscita in cui sembra essere precipitato il comparto della distribuzione che molti negozi, e soprattutto le grandi catene di ipermercati e supermercati, hanno deciso di anticipare di ben due mesi le promozioni riservate tradizionalmente al mese di dicembre, in occasione delle festività  natalizie e della ricezione delle tredicesime da parte di dipendenti e pensionati.

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I bar verso il blocco dei prezzi

cappuccio e brioches in un bar italiano

Contro la crisi dei consumi e il continuo rincaro dei prezzi, ecco un’iniziativa che va davvero contro tendenza e susciterà  sicuramente l’approvazione dei consumatori.

Il sempre pi๠scarso potere d’acquisto delle famiglie ha spinto molti italiani, fra le altre cose, a ridurre quando non a rinunciare del tutto ad un tradizionale e diffusissimo piacere quotidiano: la colazione a base di cappuccino e brioche presso il bar di fiducia.

Ed ecco che la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), associazione di categoria aderente alla Confcommercio, ha promosso una campagna fra i baristi di tutta Italia per combattere la crisi: congelare i prezzi di ogni prodotto per quattro mesi di seguito, dal prossimo novembre fino al febbraio 2009.

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Nuove strategie contro la crisi dei consumi

euronics in un centro cittadino

Ormai se ne sono accorti anche i pi๠incalliti fra gli scettici: in Italia i consumi sono in crisi profonda. Se per alcuni settori per il momento la situazione èancora positiva (per esempio, gli alimentari, classica spesa irrinunciabile) e per altri che erano in forte crescita èarrivata la fase del rallentamento (per esempio, i telefoni cellulari), per la maggior parte dei settori si puಠparlare senza errori di vera crisi.

A risentirne sono soprattutto i beni non considerati essenziali, sempre pi๠sacrificati: come l’elettronica, che sconta un’inversione di tendenza dopo lunghi anni positivi.

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