Inps: in 6 mesi +74.502 contratti stabili

L’INPS ha diffuso i dati relativi al primo semestre 2016 dei contratti a tempo indeterminato che comprendono anche le trasformazioni di rapporti a termine e le trasformazioni dei contratti di apprendistato. Con la diffusione del Jobs Act si sperava in qualcosa di pià¹. 

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Foto | Paul Ellis/AFP/Getty Images

Obbligo comunicazione periodi cuscinetto

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La circolare numero 35 del 29 agosto ha fornito una serie di chiarimenti per quanto riguarda la serie di modifiche che sono state apportate all’articolo 5 del decreto legislativo n. 368 del 2001. In particolare èstato spiegato come funzionerà  il sistema di comunicazione dei periodo cuscinetto, che sono previsti al comma 2 dello stesso articolo di legge.

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Contratto di somministrazione pre – riforma

Contratto di somministrazione pre - riforma

Concludiamo oggi la nostra avventura tra i pi๠significativi contratti sino ad oggi esistenti, molti dei quali nati con la legge Biagi sulla flessibilità  e destinati a scomparire, come abbiamo in pi๠occasioni avuto modo di ribadire, grazie alle ben pi๠che probabile approvazione della riforma dell’attuale ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, con la descrizione del contratto di somministrazione e, naturalmente, del contratto di lavoro, giudicato monotono dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, a tempo indeterminato.

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Contratto di lavoro a chiamata pre – riforma

Contratto di lavoro a chiamata pre - riforma

Una delle tipologie contrattuali destinate a scomparire con la riforma del mercato del lavoro ipotizzata dal Governo Monti, ma ancora fortemente osteggiata dalle parti sociali ed in particolare dai sindacati confederali, Confederazione Generale Italiana del Lavoro, o CGIL, in testa, èsicuramente quella solitamente definita come contratto a chiamata che, adesso, andremo brevemente a descrivervi.

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Contratto di lavoro a progetto pre – riforma

Contratto di lavoro a progetto pre - riforma

Torniamo prontamente a parlarvi, come recentemente promessovi in un nostro articolo dedicato, del vasto, complesso, intricato e cangiante mercato del lavoro e, in particolare, dei contratti di lavoro e delle tipologie contrattuali oggi esistenti, che per brevità  chiameremo forme contrattuali pre – riforma, nonchè delle idee che il Governo Monti starebbe elaborando per i futuri contratti che, sempre per brevità , definiremo post – riforma.

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Contratto di inserimento pre – riforma

Contratto di inserimento pre - riforma

Dopo esserci lungamente soffermati sul contratto di apprendistato pre – riforma, ovverosia sul contratto di apprendistato cosଠcome sino ad oggi sarebbe stato conosciuto ed applicato dalla maggior parte degli italiani, torniamo a parlare della particolarissima e vasta categoria dei contratti cosiddetti di formazione (in accordo con la definizione ad essi data dal d.lgs. 276 del 2003 sul diritto-dovere di istruzione e di formazione) grazie alle descrizione, puntuale ed esaustiva, del contratto di inserimento.

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Nuovi contratti di lavoro agevolati

Stando alle dichiarazioni congiunte del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e del ministro dell’Economia e delle Finanze, nonchè Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti la riforma del mercato del lavoro verrà  ultimata e resa pienamente operativa, con o senza il supporto dei sindacati ne di alcuna delle parti sociali coinvolte, entro la fine del prossimo mese di marzo 2012.

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Fac simile contratto di inserimento

Il contratto di inserimento deve essere necessariamente stipulato in forma scritta e deve indicare la durata dello stesso rapporto lavorativo che, in base a quanto previsto dalla legge, non puಠessere inferiore a nove mesi e superiore a 18 mesi.

Il contratto deve inoltre indicare l’orario di lavoro, il livello di inquadramento sia iniziale che finale e un piano di inserimento che deve prevedere almeno 16 ore di formazione teorica.

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Limite numero contratti a tempo determinato

Al fine di contenere il ricorso al contratto a tempo determinato, la legge prevede la possibilità  che tale tipologia di contratto di lavoro non possa eccedere una percentuale prestabilita dal contratto collettivo nazionale di riferimento.

In altre parole, dunque, spetta ai contratti collettivi nazionali stipulati dai sindacati pi๠rappresentativi a livello nazionale stabilire il numero di contratti a termine che una data azienda puಠstipulare e che nella maggior parte dei casi èrappresentato da una percentuale calcolata sul numero dei lavoratori a tempo indeterminato complessivamente occupati presso l’azienda stessa.

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