I fattori che incidono in maniera negativa sulla serenità del lavoratore nell’ambiente di lavoro sono tantissimi e di diversa natura. Tuttavia, a prescindere dai casi particolari in cui incidono soprattutto fattori di carattere personale, la rivista Health ha individuato i dieci lavori che, in generale, sono pi๠propensi a causare stati deprimenti.
Secondo l’indagine condotta dalla rivista medica, in particolare, in cima alla lista delle professioni in cui èstato registrato il maggior tasso di depressione dei lavoratori ci sono i lavori svolti presso le case di cura per gli anziani e i centri di assistenza per l’infanzia. Secondo la ricerca sono colpiti da depressione l’11% dei lavoratori impiegati in questo settore. Il motivo èda ricercare soprattutto nel fatto che nella maggior parte dei casi si ha a che fare con persone incapaci di esprimere gratitudine perchètroppo malate o troppo piccole.
Seguono i camerieri che lavorano nei fast-food, sia perchènella maggior parte dei casi ricevono una paga troppo bassa sia perchèmolto spesso hanno a che fare con persone pretenziose e maleducate, per non parlare della fatica che si fa dovendo ricevere ordini e pagamenti continuamente e per diverse ore al giorno.
Sono propensi a causare stati di depressione anche i lavori svolti dagli operatori sanitari, a stretto contatto con persone malate e bisognose di aiuto, nonchèi lavori creativi, che portano il soggetto a rimanere isolato dal resto del mondo per diverse ore al giorno. Seguono gli insegnanti, che si trovano a subire pressioni dagli studenti, dai genitori e dai loro superiori; il personale di supporto amministrativo, che riceve ordini da varie parti e che si trova a dover prestare la massima attenzione per facilitare il lavoro altrui, senza che questo gli venga sempre riconosciuto; i lavori di manutenzione, nella maggior parte dei casi faticosi e sotto pagati; i promotori finanziari e i commercialisti, per via della responsabilità che hanno verso i loro clienti; i commercianti, a causa di dello stipendio variabile e delle troppe ore trascorse in negozio.