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Guadagnare con la propria casa (prima parte)

Il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato alcuni giorni fa un’approfondita e interessantissima guida su alcune strade mediante le quali chiunque puಠsperare di avere un reddito aggiuntivo, ottenuto semplicemente valorizzando ciಠche già  si possiede, il bene per eccellenza: la casa.

Alcuni suggerimenti sono già  noti, altri sono una chicca perfino sorprendente. In tutti i casi, comunque, èproprio in tempi di crisi come gli attuali che l’italica arte di arrangiarsi puಠportare a nuovi guadagni inaspettati.


Un circuito, ad esempio, tutt’altro che conosciuto èquello noto come “home food”. In pratica, si offre ai turisti una piacevole alternativa a ristoranti e pizzerie: si va a mangiare a casa di un privato cittadino e della sua famiglia. Ma non si pensi che la propria casa diventerebbe un porto di mare accessibile a tutti: l’offerta èrigidamente riservata agli altri membri del circuito (attualmente in Italia sono un migliaio, di cui cinquecento si propongono come aspiranti “ristoratori”). E nessun rischio di brutte sorprese nemmeno per l’ospite: i padroni di casa devono rispettare una sorta di codice deontologico. Il prezzo medio per un pranzo di genere “home food” si aggira intorno ai trentacinque euro, come anche la tariffa annua da versare all’associazione.


Un’ipotesi di guadagno ben pi๠succulenta, comunque, èdata dalla possibilità  di mettere a disposizione la propria casa o ufficio a produzioni cinematografiche o televisive. Immaginiamo che in una fiction occorra girare una scena nello studio di un avvocato o in una villa campestre: per i produttori èmolto pi๠semplice prendere in affitto un fabbricato autentico per un giorno di riprese piuttosto che attrezzare a dovere una location fittizia. E i ricavi per gli offerenti partono dai mille euro al giorno in su.