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Diminuiscono i prestiti alle imprese e la crisi non dà  tregua

Anche se tutti parlano di ripresa non c’èda star sereni a guardare il risultato dell’indagine condotta dall’ABI e dal Cervad che ha fatto notare la fragilità  del sistema industriale e imprenditoriale nostrano. Le imprese che chiedono prestiti sono in diminuzione e questo fa pensare che sono in sofferenza. 

L’ABI ha fatto una distinzione dei prestiti per le imprese a livello settoriale, geografico e facendo una distinzione anche in base alla grandezza delle aziende. Ecco un frammento del report:

A livello settoriale – prosegue il Rapporto- l’incidenza delle nuove sofferenze èattesa al 2,5% nell’industria (-1 punto rispetto a stima per il 2014). La riduzione prevista èdi un punto per micro e piccole imprese, di 0,9 punti per le medie aziende e di 0,7 punti per le società  maggiori, le pi๠vicine ai valori pre-crisi. Nelle costruzioni il tasso di ingresso in sofferenza, pur in calo di 0,9 punti rispetto al 2014, èprevisto nel 2016 a livelli storicamente molto elevati, pari a quasi il triplo di quanto osservato nel 2007. Nei servizi si prevede che l’incidenza delle nuove sofferenze diminuirà  al 2,8% (3,4% nel 2014).

Dal punto di vista territoriale, i modelli indicano un miglioramento diffuso a tutte le aree del Paese, ma alla fine dell’esercizio di previsione il gap tra il Centro-Sud e il resto del Paese rimarrà  significativo. Nel 2016 il tasso di ingresso in sofferenza èinfatti previsto nel Sud e nelle Isole al 4,4%, nel Centro al 3,4%, nel Nord Ovest al 2,4% e nel Nord Est al 2,2%.

Le previsioni per dimensione di impresa indicano che ancora nel 2016 il rischio delle grandi società  del Mezzogiorno (3%) rimarrà  superiore a quello delle microimprese che hanno sede nel Nord. I dettagli relativi alla dimensione delle imprese che entrano in default rappresentano infatti un aspetto rilevante che da oggi, grazie alla collaborazione tra ABI e Cerved, sarà  monitorato con continuità . Nell’ambito della ricerca, le società  non finanziarie sono distinte in quattro classi dimensionali, secondo i criteri della Commissione Europea: microimprese (meno di 10 addetti e giro d’affari inferiore ai 2 milioni di euro), piccole imprese (fino a 50 dipendenti e fatturato inferiore ai 10 milioni), medie imprese (fino a 250 addetti e fatturato al di sotto dei 50 milioni) e grandi imprese (oltre 250 addetti e fatturato superiore ai 50 milioni).