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L’Agenzia delle Entrate detta chiarezza sull’interpello

Con l’istituto dell’interpello preventivo, generalizzato dalla L. 212/2000 (Statuto del Contribuente) a tutte le tipologie di quesito su ogni materia di natura tributaria, l’Agenzia delle Entrate e gli altri enti esprimono il loro parere sui dubbi di interpretazione delle leggi fiscali che i cittadini esprimono in relazione a loro concreti problemi.

Il contribuente non ha l’obbligo di conformarsi alla risposta ottenuta, fermo restando che in caso di controversie con il Fisco spetterà  a lui l’onere di dimostrare che il suo diverso comportamento èstato quello pi๠corretto.


In materia di interpello, da molte settimane l’Agenzia delle Entrate aveva preannunciato una circolare interpretativa, per fare un po’ d’ordine e di chiarezza; la circolare, la n. 32/2010, èstata infine emanata alcuni giorni fa.
Diversi sono i punti presi in considerazione. Innanzitutto, l’Agenzia ricorda che l’interpello deve essere, per l’appunto, “preventivo”: il contribuente, cioà¨, deve presentare il quesito prima di presentare la dichiarazione dei redditi o comunque prima di porre in essere l’atto fiscalmente rilevante ai fini del quesito. Se invece l’atto ègià  stato eseguito, scompare la natura di interpello preventivo e non si produce alcuno degli effetti indicati dalla L. 212/2000.


Inoltre, èstato chiarito che nel quesito il contribuente deve indicare con dovizia di particolari il suo concreto problema: indicazioni sommarie e generiche non saranno pi๠accettate. àˆ inoltre importante che, nei limiti del possibile, il contribuente indichi il beneficio fiscale che gli produrrebbe la propria interpretazione delle leggi, quando formulata.

Infine, rivolgendosi agli uffici periferici, la direzione dell’Agenzia delle Entrate invita i funzionari a verificare quali sono i comportamenti posti concretamente in essere dai contribuenti, per verificare se si sono conformati o no alla risposta ricevuta, e, nel caso, per muovere le opportune contestazioni.