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La crisi del cinema italiano

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Con l’avvento della compressione dei file musicali e video che èin grado di comprimere un file digitale di svariati gigabyte in qualche centinaia di megabyte, ma soprattutto con l’avvento della banda larga che sta diventando ormai un must per ogni abitazione, la gente ha cominciato a scaricarsi i film dalla rete sfruttando i famosi programmi di file sharing come ad esempio “EMULE” considerato dagli esperti il migliore in assoluto.




Il nome evoca appunto un mulo considerato uno degli animali in grado di lavorare per tantissime ore senza accusare fatica, ed èproprio cosଠche il software emule èin grado di rimanere in download per moltissime ore facendo scaricare in poco tempo grandi quantità  di film e canzoni.

Per far si che Emule fornisca banda in download, ovvero si metta a scaricare, ogni utente deve fornire un certo quantitativo di file da condividere, pi๠si condividono file, pi๠emule fornisce banda e lo scaricamento diventa veloce.

Scaricare film protetti da copyright èun reato poichèsi viola l’articolo 171 ter del codice di procedura penale e questo potrebbe creare non pochi problemi a colui che lo viola.

I dati statistici affermano che l’utente medio preferisce violare la legge piuttosto che comperare un film o una canzone originale e questo perchèun cd arriva a costare anche 25 euro (e in genere ci sono all’interno solamente una decina di canzoni) e un dvd anche di pi๠con all’interno sempre pi๠spesso un film di pessima qualità .

La crisi del cinema èvidente e questo oltre che a colpire tutto il mondo colpisce anche l’Italia e il suo cinema italiano.

Spesso perಠla crisi non ècausata solamente dalle persone che scaricano film dalla rete gratuitamente senza pagare i diritti di copyright, ma sempre pi๠frequente èuna cattiva produzione.

Quante volte ècapitato di andare al cinema o affittare un dvd e dover vedere un film orrendo?

In Italia c’èuna legge che stabilisce che ogni casa di produzione puಠpartecipare a un bando di concorso per ottenere un finanziamento per la produzione di un film e spesso questo finanziamento lo ottengono le solite case di produzione.

Una volta ottenuto il finanziamento dallo stato, la casa di produzione inizia la realizzazione del film già  con i soldi in tasca e questi soldi andranno restituiti solamente se il film incasserà  e sarà  in attivo.

In questo modo si capisce che qualche casa di produzione non ha nessun interesse di realizzare un film di qualità  poichèi soldi sono già  stati incassati e forse anche spesi risparmiando in tutto sulla realizzazione del film che dovrebbe essere la prima fonte di guadagno.

Il garante dello stato stabilisce anche che durante la produzione del film non debbono essere presenti contenuti pubblicitari che perಠarrivano lo stesso per vie traverse e sottoforma di pubblicità  occulta illegale
.

Secondo voi non sarebbe meglio che, anzichèsserci finanziamenti dalla stato, ci fosse la possibilità  di fatturare legalmente quelle pubblicità  occulte presenti in ogni caso durante tutta la durata del film in modo da poter gestire tutta la realizzazione del film senza l’ausilio dello stato?

Questa soluzione èstata adottata negli Stati Uniti e a quanto pare funziona e la casa di produzione si autofinanzia il film attraverso le pubblicità  e la vendita del film di qualità  realizzato in modo che non vengano sprecati soldi pubblici per la produzione di film fuffa che spesso non arrivano nemmeno nei cinema.

Aggiornamento: dal 2004, dopo il decreto Urbani, anche in Italia èpermesso di inserire la pubblicità  nei film con la pratica definita PRODUCT PLACEMENT che consente di inserire pubblicità  nei film andando a sopperire i finanziamenti dello stato.

Il problema èche il PRODUCT PLACEMENT viene sfruttato solamente dalle grandi case produttrici e spesso proprio le grandi case di produzione preferiscono continuare a inserire pubblicità  occulta nei film e ottenere anche i finanziamenti dallo stato.