L’iter, attualmente facoltativo, diverrà obbligatorio nel marzo prossimo; e, in attesa di quella data, in tutta Italia si cominciano a pensare ai corsi di formazione per mediatori.
I soggetti che risulteranno maggiormente coinvolti nella costituzione degli organismi di conciliazione saranno gli ordini professionali; e per i professionisti italiani questa riforma puಠrappresentare una ghiottissima occasione di allargare il proprio business. Se, in teoria, tutti i professionisti possono aspirare alla nomina di mediatori, i pi๠coinvolti dovrebbero essere avvocati, commercialisti e notai.
I corsi di formazione avranno un costo che si presume oscillante fra i cinquecento e i mille euro per partecipante (e questo finirà per scoraggiare moltissimi papabili), ma il gioco dovrebbe assolutamente valere la candela.
Si stima, infatti, che circa il 5% dei professionisti finirà per partecipare agli organismi di conciliazione, e che ogni anno finiranno davanti a tali organismi circa un milione di cause all’anno, a cui andrà aggiunto il numero imprevedibile delle cause attivate facoltativamente.
Dato che, come minimo, il compenso complessivo dovrebbe partire dai mille euro, èfacile immaginare quanto il nuovo business (il cui giro d’affari si aggirerà intorno al miliardo l’anno) possa ridare ossigeno nell’ambito di comparti professionali altrimenti saturi.
Comunque, si tratta di previsioni ancora instabili. Nelle prossime settimane, infatti, il ministero della Giustizia emanerà i decreti attuativi della riforma e potremo finalmente saperne di pià¹. Sul contenuto dei corsi di formazione, le indennità dei mediatori e altri fattori, infatti, al momento mancano ancora le norme di legge.