Tuttavia, nell’ultimo trimestre si èregistrata una modesta inversione di tendenza, in particolare a Roma e nel resto del Centro Italia.
La crisi delle cessioni di case si èavvertita pi๠forte nei Comuni minori, soprattutto nel Nord, mentre nelle città èstata pi๠contenuta. In tutti i casi, nessuno sgonfiamento di una bolla immobiliare simile a quanto avvenuto negli Stati Uniti, in Spagna e altrove: i prezzi di vendita sono complessivamente calati, sia per una diminuzione della domanda che per l’eccessivo apprezzamento degli anni passati, ma senza gli sfracelli registratisi all’estero.
Per il 2010 ècomunque prevista una crescita del settore, che dovrebbe stabilizzarsi intorno alle 600.000 cessioni annue. Il settore pi๠reattivo dovrebbe essere quello della fascia medio-alta, mentre gli atti di cessione relativi alle abitazioni di minori dimensioni saranno meno interessati dalla ripresa.
Fra le cause della difficoltà del settore, vi èovviamente la crisi globale, con tutto il campionario di sventure che l’accompagnano: crollo del potere d’acquisto, perdita del posto di lavoro, negazione del mutuo da parte delle banche o concessione a costi molto onerosi…
Sul fronte degli affitti, invece, non vi sono grandi notizie da segnalare: la crisi si èappena fatta sentire, con una contrazione degli affari nettamente inferiore all’uno percento. Si stima che la rendita annua che matura mediamente per i proprietari di appartamenti dati in affitto sia pari al 3,8% al lordo delle tasse.