La compravendita di case d’abitazione nel corso del 2009 ha subito una pesante contrazione rispetto al già non esaltante 2008..

Tuttavia, nell’ultimo trimestre si è registrata una modesta inversione di tendenza, in particolare a Roma e nel resto del Centro Italia.
La crisi delle cessioni di case si è avvertita più forte nei Comuni minori, soprattutto nel Nord, mentre nelle città è stata più contenuta. In tutti i casi, nessuno sgonfiamento di una bolla immobiliare simile a quanto avvenuto negli Stati Uniti, in Spagna e altrove: i prezzi di vendita sono complessivamente calati, sia per una diminuzione della domanda che per l’eccessivo apprezzamento degli anni passati, ma senza gli sfracelli registratisi all’estero.
Per il 2010 è comunque prevista una crescita del settore, che dovrebbe stabilizzarsi intorno alle 600.000 cessioni annue. Il settore più reattivo dovrebbe essere quello della fascia medio-alta, mentre gli atti di cessione relativi alle abitazioni di minori dimensioni saranno meno interessati dalla ripresa.
Fra le cause della difficoltà del settore, vi è ovviamente la crisi globale, con tutto il campionario di sventure che l’accompagnano: crollo del potere d’acquisto, perdita del posto di lavoro, negazione del mutuo da parte delle banche o concessione a costi molto onerosi…
Sul fronte degli affitti, invece, non vi sono grandi notizie da segnalare: la crisi si è appena fatta sentire, con una contrazione degli affari nettamente inferiore all’uno percento. Si stima che la rendita annua che matura mediamente per i proprietari di appartamenti dati in affitto sia pari al 3,8% al lordo delle tasse.