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Contro le frodi-carosello, estensione del reverse-charge

settore auto

Non esiste una definizione precisa di quelle che giornalisticamente vengono chiamate “frodi-carosello”.

In generale, si usa questo termine per le truffe che sfruttano le normative comunitarie sull’IVA per fare in modo che una stessa operazione intracomunitaria, che passi attraverso la partecipazione di diversi soggetti fra cedenti, cessionari e intermediari, sia svolta in maniera tale che alla fine della fiera nessuno versi l’IVA dovuta.


Il fenomeno èsempre stato molto diffuso soprattutto nel settore delle automobili, ambito in cui non a caso i controlli sono serrati.

L’Unione Europea, preoccupata dalla diffusione delle frodi-carosello, sta meditando di estendere il sistema del reverse-charge, già  oggi previsto in alcuni ambiti ben delimitati.


Il “reverse-charge”, o “inversione contabile”, èil meccanismo che delega al cessionario il compito di fatturare l’operazione e determinare l’imposta: per motivi tecnici, si èrivelata un’ottima soluzione, essendo un adempimento non oneroso per l’acquirente ed efficace per prevenire l’evasione fiscale.

Non si puಠescludere che in futuro l’Unione Europea imporrà  il reverse-charge come obbligo generalizzato. Per ora, comunque, l’idea prevalente èquella di individuare cinque settori ben delimitati: le cessioni di microchip, di telefoni cellulari, di metalli preziosi, di profumi e pefino di quote di gas serra (che le industrie pi๠virtuose spesso rivendono alle pi๠inquinanti, secondo i complicati meccanismi propri del protocollo di Kyoto).

Ogni Stato membro potrà  scegliere se e in che misura applicare il reverse-charge in tali settori per questi anni di sperimentazione. Se poi la soluzione dovesse portare ai frutti sperati, l’estensione generalizzata del reverse-charge (che avrebbe un impatto epocale sulla vita di tutti i titolari di partita IVA) potrebbe davvero essere vicina.