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Cosa cambia con l’introduzione del POS obbligatorio

A partire dallo scorso mese di giugno tutti gli artigiani, i liberi professionisti e gli esercenti commerciali sono obbligati a mettere a disposizione dei clienti un nuovo dispositivo di pagamento, il POS, o Point of Sale, il dispositivo elettronico che consente di accettare pagamenti attraverso gli strumenti di pagamento elettronico, come le carte di credito e i bancomat. 

Foto | Tim Sloan/AFP/Getty Images

A partire dal 30 giugno scorso, inoltre, le stesse categorie di lavoratori sono obbligati ad accettare i pagamenti elettronici per importi superiori ai 30 euro.  La transazione elettronica avviene quindi attraverso il dispositivo POS, apparecchio dotato non solo del dispositivo di lettura della banda magnetica delle carte, ma anche di tastiera, in modo tale da consentire la digitazione del PIN ai clienti.

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L’introduzione di questa nuova normativa èstata pensata soprattutto per cercare di risolvere in Italia il problema dell’evasione fiscale. La maggiore tracciabilità  dei pagamenti, infatti, registrati anche per importi molto piccoli, fornirà  al fisco un numero maggiore di dati su cui basare le proprie indagini.

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L’introduzione delle misura, tuttavia, non ha mancato di suscitare delle polemiche. L’obbligatorietà  del POS imporrà  infatti nuovi costi da sostenere alle imprese e alle ditte individuali. La Confesercenti ha ad esempio stimato che le imprese avranno per tale motivo un aggravio pari a 5 miliardi, in quanto i costi di installazione, utilizzo e gestione dei dispositivi possono arrivare fino a 1500 euro l’anno.

Anche la Confartigianato ha bocciato il provvedimento perchè troppo oneroso.