Home » Poca tecnologia per gli avvocati

Poca tecnologia per gli avvocati

Un Osservatorio costituito in seno al Consiglio Nazionale Forense ha recentemente condotto uno studio approfondito su una serie di tematiche concernenti i giovani avvocati; la notizia che ha destato pi๠attenzione e sorpresa èlo scarsissimo uso riservato alle nuove tecnologie da parte dei neo-iscritti.


Sebbene, infatti, quasi tutti usino correntemente il computer, Internet, Facebook o Twitter, in realtà  l’impiego del web e dei mezzi elettronici sembra essere riservato quasi esclusivamente alla vita privata. Sono molto pochi, infatti, coloro che hanno cercato di mettere a frutto la tecnologia odierna per creare o incrementare la propria clientela, e questo nonostante che per i neo-avvocati, come tutti sanno, gli spazi di mercato tradizionali siano oggi scarsissimi.
A quanto risulta dalla ricerca, infatti, soltanto il 4% dei clienti èreperito tramite il web e la posta elettronica, laddove le conoscenze personali, il coinvolgimento di parenti e amici e il passaparola continuino ad essere di gran lunga gli strumenti-cardine per reperire occasioni di lavoro. D’altronde, solo il 22% degli studi legali di giovani avvocati dispone di un proprio sito Internet.
Una percentuale di poco superiore (29%) èquella di coloro che per l’organizzazione dello studio e l’impostazione di atti e documenti si servono di un software gestionale.
Nè ha maggior fortuna l’e-learning. Non solo sono in pochissimi ad aver avuto occasione ad acquisire formazione professionale “elettronica”, ma la gran parte ne ha a malapena sentito parlare.


L’indagine, comunque, mette anche in luce questioni di altro genere. A fronte delle varie possibili scelte (mettersi in proprio, condividere l’ufficio con dei colleghi, costituire un’associazione professionale…), la maggioranza si trova volente o nolente ad aprire partita IVA e collaborare con colleghi pi๠esperti, con tutti gli svantaggi propri dei lavoratori dipendenti ma senza nessuna delle relative tutele.