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Alta tecnologia per le armi da caccia

Secondo uno stereotipo duro a morire, il cacciatore tende a mantenere un’immagine molto tradizionale e restia ai mutamenti, soprattutto in merito al proprio armamento.

L’Italia èuno dei principali produttori di armi al mondo, inclusi i fucili e le munizioni per l’attività  venatoria; e, a contrasto dei descritti stereotipi, le fabbriche del nostro Paese (concentrate per lo pi๠nel Bresciano) sono all’avanguardia nella ricerca scientifica in questo specialissimo settore.


La ricerca coinvolge praticamente tutte le aziende produttrici del comparto, che continuano a sformare nuovi e avanzatissimi modelli: Beretta, Bonelli, Pietta, Fiocchi eccetera, come d’altronde dimostrato dall’ultima edizione della fiera Exa di Brescia.

Questo nonostante l’andamento del settore sia tutt’altro che lusinghiero: le vendite di armi da caccia sono infatti calate di circa il 25% nell’arco degli ultimi tre anni.
Ma quali sono i campi di ricerca pi๠gettonati? In verità  sono molti. Innanzitutto, si cerca di ridimensionare il peso dei fucili, puntando sulle nuove leghe metalliche; contemporaneamente, le ricerche sui polimeri di cui dotare, in particolare, il calcio hanno un ruolo importante nell’assorbimento del rinculo.

Oltre a questo, si cerca di favorire la versatilità  delle armi, consentendo cioèad uno stesso fucile di sparare le tipologie di munizioni pi๠varie.


Un altro aspetto èla facilità  d’uso, per esempio rendendo sempre pi๠facile e veloce smontare e rimontare l’arma oppure caricare le munizioni. E non manca l’attenzione all’ambiente, con la nascita dei bossoli ecocompatibili.
E per tutte queste ricerche, infine, si cerca di mantenere i costi dei prodotti finiti a livelli accettabili.

Fonte: Il Sole 24 Ore