Percorso ancora lungo da fare con il mondo del lavoro per comunità LGBTQIA+. In un ambiente di lavoro veramente inclusivo, l’autenticità dovrebbe essere la norma. Eppure, per molte persone LGBTQIA+, la quotidianità professionale è caratterizzata dal “passing”, ovvero lo sforzo continuo di apparire eterosessuali e cisgender (persone che si riconoscono nel genere assegnato alla nascita) per conformarsi alle aspettative e garantire la propria “sopravvivenza” professionale.
Il passing non è solo una scelta individuale, ma una risposta diretta a contesti aziendali che spesso non offrono sicurezza, spingendo all’autocensura (evitare di parlare della vita privata, modificare l’aspetto) per prevenire discriminazioni o isolamento. Il costo di questa rinuncia all’autenticità è elevato, causando stress, minor coinvolgimento e senso di isolamento.










