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Vini, nuove regole su qualifiche e controlli

Dopo lunghi lavori preparatori, il Governo ha varato il decreto legislativo che, recependo le direttive europee in materia, rivede molte regole per i produttori di vini.

Le finalità  della riforma sono diverse, dalla semplificazione della normativa al rafforzamento della tutela della qualità  dei prodotti a favore dei consumatori. Lo scopo principale che li riassume tutti, comunque, èquello di rafforzare la competitività  delle aziende italiane, in uno dei comparti agroalimentari pi๠importanti in Italia all’interno del settore primario.


Vengono eliminati alcuni albi ed elenchi a cui i produttori dovevano obbligatoriamente iscriversi, fra cui l’albo dei vigneti: nascerà  uno schedario unico, cosଠcome nascerà  uno sportello amministrativo unico presso il quale svolgere la totalità  degli adempimenti burocratici.

I vini prodotti in Italia saranno poi distinti in tre categorie qualitative. Al gradino pi๠basso i vini comuni, per i quali non sarà  previsto un nome specifico; la qualifica intermedia spetterà  poi ai vini IGP (“indicazione geografica protetta”), mentre il gradino superiore èriservato ai DOP (“denominazione d’origine protetta”).


I DOP, a loro volta, saranno suddivisi in due sotto-categorie: DOC e DOCG. Quest’ultimo sarà  la qualifica che indicherà  il maggior livello qualitativo: per salire la scala, occorrerà , oltre al superamento di severi test, anche il trascorrere del tempo. Per esempio, un vino DOC potrà  divenire DOCG solo se avrà  mantenuto la qualifica precedente per almeno dieci anni consecutivi.

Da notare come i vini DOP saranno caratterizzati da appositi contrassegni prodotti dall’Istituto Poligrafico Statale. La contraffazione dei contrassegni sarà  punita severamente, fino a centomila euro di sanzione.
Il sistema dei controlli di qualità , infine, diverrà  pi๠severo e imparziale: sarà  infatti sottratto ai consorzi dei produttori, oggi incaricati, e affidato ad un organo tecnico terzo, nominato dal ministero delle Politiche Agricole.