Nel nostro Paese la qualifica di restauratore è sempre stata legata a molte incertezze..
Sarà istituito un elenco nazionale, a cura del ministero dei Beni Culturali, e saranno fissati i criteri di accesso per l’iscrizione allo stesso.
I problemi sorgono però nella fase transitoria di passaggio al nuovo sistema, attualmente in corso. Due sono i punti principalmente controversi. Il primo riguarda le possibilità d’iscrizione da parte di coloro che, in precedenza o tuttora, svolgono lavori di restauro senza avere alcun titolo particolare. La legge stabilisce che si ha un certo periodo di tempo a disposizione per dimostrare, carte alla mano, quali e quante opere di restauro sono state compiute in precedenza, affinché siano valutate da una commissione di esperti che deciderà quali fra i richiedenti hanno sufficienti requisiti pratici per rientrare nel prestigioso elenco nazionale.
Ma quanto dura, questo “certo periodo di tempo”? Difficile dirlo, posto che, a seguito di cicliche ondate di protesta degli interessati, il ministero ha disposto continue proroghe. Al momento, la scadenza per la presentazione della domanda è al 31 gennaio 2011, ma non sono esclusi ulteriori rinvii.
Il secondo tema riguarda i titoli necessari in futuro per l’iscrizione: aver frequentato uno dei due istituti per il restauro (a Firenze e a Roma) oppure aver seguito un apposito corso di laurea quinquennale. Sono perciò inutili i corsi triennali, a cui pure sono oggi iscritte centinaia di studenti che rischiano di ritrovarsi con un pugno di mosche. Si auspica, perciò, che i crediti maturati con i corsi triennali trovino riconoscimento ai fini quinquennali.
Fonte: Il Sole 24 Ore