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I doveri del lavoratore: la diligenza

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A seconda del tipo di attività  svolta e del contratto in essere, sul prestatore di lavoro ricadono numerosi obblighi da rispettare scrupolosamente. Leggi speciali che tutelano specifici interessi, dalla privacy alla sicurezza sul luogo di lavoro, impongono che il dipendente rispetti delle regole particolari, talvolta molto dettagliate.

Ma, al di là  delle situazioni specifiche, esistono tre doveri generali che incombono su tutti i lavoratori subordinati, senza eccezione: si tratta degli obblighi di diligenza, obbedienza e fedeltà , che sono imposti dal Codice Civile agli articoli 2104 e 2105.


La diligenza ècostituita da quell’insieme di attenzioni e di cautele che devono essere rispettate nell’esercizio della mansione, e che ovviamente cambiano da lavoro a lavoro. In generale, dunque, il lavoratore deve assicurare un costante impegno e una rigorosa attenzione nello svolgimento della sua mansione, poichè ogni sua disattenzione o sciatteria finiscono per danneggiare non lui bensଠil suo datore.


In questa stessa ottica, èindispensabile che il dipendente abbia sempre a mente che, salvo eccezioni, egli non lavora da solo bensଠèinserito in una struttura complessa: la propria prestazione, dunque, deve essere esercitata nel senso di collegarsi funzionalmente anche al lavoro degli altri.

La legge stabilisce tre parametri di riferimento per individuare come va individuata e applicata la regola della diligenza: la natura della prestazione dovuta, l’interesse dell’impresa e l’interesse superiore della produzione nazionale.

Secondo molti giuristi, perà², quest’ultimo parametro èstrettamente connesso con la logica delle corporazioni esistente al tempo dell’emanazione del Codice Civile (1942) e che oggi, invece, puಠritenersi superata.

Quanto al riferimento all’interesse dell’impresa, èpacifico che per analogia il discorso si applichi anche alle ipotesi in cui il datore di lavoro non sia un imprenditore bensଠun libero professionista, un ente pubblico o un privato cittadino.