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Ma il lavoro occasionale e accessorio funziona ancora?

Siccome sentiamo spesso parlare di assunzioni stabili, dobbiamo di contro parlare anche delle assunzioni instabili, di quelle occasionali o a tempo determinato. Esistono ancora? La risposta èaffermativa, per cui proviamo a fare chiarezza. 

Le collaborazioni coordinate e continuative, i famosi Co.co.co e i contratti di lavoro accessorio, esistono ancora e sono molto utilizzati al posto delle assunzioni stabili. A tutti gli effetti rappresentano una forma di lavoro parasubordinato e occasionale. C’èda chiedersi cosa dica la legge rispetto ai contratti e rispetto alle retribuzioni.

Il lavoro occasionale o accessorio

Quando si parla di lavoro occasionale si fa riferimento a quello saltuario e accessorio. Il lavoratore puಠessere assunto da un committente e non lavorare in via esclusiva con un solo datore di lavoro. Il suo compenso annuo netto per singolo committente, perà², non deve superare i 2000 euro. Al di sopra di questa cifra lo Stato ritiene che si tratti non di collaborazione occasionale ma di collaborazione continuativa.

Il lavoro accessorio che era nato per regolamentare “gli extra” dei professionisti, oggi èuno strumento usato da tanti per eludere il fisco e non sottoporsi alle rigide leggi della previdenza. Il lavoro accessorio va pagato tramite i voucher che hanno un valore di 10 euro ciascuno e prevedono che dalla cifra lorda siano sottratti 2,50 da destinare all’INPS (1,80€) e all’INAIL (0,70€). Il reddito èsente da tassazione anche in questo caso.

Il Co.co.co.

Si ha una prestazione di lavoro coordinata e continuativa quando il lavoro èreiterato nel tempo, èautonomo nel senso che èorganizzato da lavoratore ma il coordinamento spetta all’impresa che gestisce tutto secondo le necessità . La retribuzione in questo caso non prevede un fisso orario ma un trattamento minimo che impone all’azienda anche il pagamento dei contributi INPS e INAIL.