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Master per le professioni sanitarie

Il concetto, tutt’altro che inequivocabile, di “professioni sanitarie” concerne tutti coloro che si occupano dell’area della salute ad eccezione dei medici: dunque gli infermieri, i radiologi, gli ostetrici, i tecnici della riabilitazione e cosଠvia, suddivisi in ben ventidue profili professionali.

Non si tratta di una categoria dalle dimensioni modeste: in Italia gli interessati sono circa 550.000, ossia quasi l’uno percento della popolazione residente.


La laurea di primo livello èun requisito indispensabile per questi operatori, ma spesso non èl’unico titolo di cui essi dispongono: non mancano coloro che hanno cercato e ottenuto la laurea specialistica e, ancor pi๠numerosi, coloro che hanno frequentato o frequentano un master post-universitario, in genere successivamente all’avvio dell’attività  lavorativa.

Si stima, anzi, che circa il 61,5% di coloro che hanno ottenuto una laurea in una professione sanitaria èdestinato a proseguire gli studi: il 37% proprio frequentando un master.
I motivi non sono da ricercarsi esclusivamente nel desiderio di accrescere le proprie competenze e di mettere a punto un curriculum vitae pi๠prestigioso: c’ anche la necessità  di ottemperare al requisito imposto dalla legge 43/2006. Per ottenere il posto di caposala, infatti, èlemento indispensabile aver frequentato con successo un master post-universitario.

Per ottenere un posto come coordinatore del personale, dunque, il master èun passaggio obbligato; ma, in generale, gli studi post-laurea rappresentano in ogni caso una tappa fondamentale per ambire alla carriera dirigenziale.


Nel 2009 sono stati ben 5.400 i posti messi a disposizione nei tantissimi master organizzati in tutta Italia. Per la cronaca, l’università  pi๠attiva èrisultata Firenze, con la bellezza di venticinque corsi, seguito dai tre atenei romani di Tor Vergata, la Cattolica e la Sapienza con rispettivamente ventitre, ventidue e quindici corsi.

Fonte: Il Sole 24 Ore