
Non si tratta di una categoria dalle dimensioni modeste: in Italia gli interessati sono circa 550.000, ossia quasi l’uno percento della popolazione residente.
La laurea di primo livello è un requisito indispensabile per questi operatori, ma spesso non è l’unico titolo di cui essi dispongono: non mancano coloro che hanno cercato e ottenuto la laurea specialistica e, ancor più numerosi, coloro che hanno frequentato o frequentano un master post-universitario, in genere successivamente all’avvio dell’attività lavorativa.
Si stima, anzi, che circa il 61,5% di coloro che hanno ottenuto una laurea in una professione sanitaria è destinato a proseguire gli studi: il 37% proprio frequentando un master.
I motivi non sono da ricercarsi esclusivamente nel desiderio di accrescere le proprie competenze e di mettere a punto un curriculum vitae più prestigioso: c’è anche la necessità di ottemperare al requisito imposto dalla legge 43/2006. Per ottenere il posto di caposala, infatti, è elemento indispensabile aver frequentato con successo un master post-universitario.
Per ottenere un posto come coordinatore del personale, dunque, il master è un passaggio obbligato; ma, in generale, gli studi post-laurea rappresentano in ogni caso una tappa fondamentale per ambire alla carriera dirigenziale.
Nel 2009 sono stati ben 5.400 i posti messi a disposizione nei tantissimi master organizzati in tutta Italia. Per la cronaca, l’università più attiva è risultata Firenze, con la bellezza di venticinque corsi, seguito dai tre atenei romani di Tor Vergata, la Cattolica e la Sapienza con rispettivamente ventitre, ventidue e quindici corsi.
Fonte: Il Sole 24 Ore