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Tutte le ambiguità  e i dubbi sul lavoro pagato con voucher

I voucher sono stati estesi a tante categorie di lavoratori per cui con questi strumenti si potranno pagare anche i lavoratori dello spettacolo ma nonostante l’aumento dei buoni lavoro, c’èchi come la Camusso ne critica la diffusione. 

Sull’estensione dei voucher da Pensioni Oggi

Lavoro accessorio esteso anche al settore dello spettacolo. Lo ha precisato ieri l’Inps con il messaggio 311 nel quale l’istituto ricorda la novità  introdotta con la riforma del Jobs act, che ha eliminato ogni limitazione in ordine al campo di applica­zione. La riforma, disposta dall’art. 48 del dlgs n. 81/2015, stabilisce che, dal 25 giugno 2015, per prestazioni di lavoro accessorio s’intendono le attività  lavorative che non danno luogo, con riferimento alla to­talità  dei committenti, a compensi netti superiori a 7.000 euro nel corso di un anno civile (9.333 euro lordi, cioèal valore nominale di voucher). Nei confronti di imprese e professionisti le attività  possono essere svolte entro l’ulteriore limite, riferito a committente, del compenso netto non superiore a 2.000 euro sempre nell’anno civile (2.693 euro lordi).

Le critiche della Camusso dall’Ansa

La Cgil considera ”sconcertante” la vendita nei primi 11 mesi dell’anno di oltre 100 milioni di voucher (+67% sullo stesso periodo 2014, ndr). C’èuna riduzione della disoccupazione – sottolinea il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso intervistata da Radio anch’io – ma siamo ”lontani dalla svolta” sulla ripresa. La decontribuzione – avverte – ha sicuramente pesato. Le assunzioni – si domanda – sono davvero a tempo indeterminato o si tratta di tante assunzioni a termine? Tutti siamo sconcertati dal fatto che sono stati erogati oltre 100 milioni di voucher. Si ètolta una forma di lavoro precaria e ne èstata introdotta una peggio”.