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Conseguenze accertamento redditometro

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Dopo l’entrata in vigore del redditometro modello 2013, l’Agenzia delle Entrate ha reso note le procedure in caso di eccessivo scarto tra entrate ed uscite di ciascun contribuente. Sono previste dal redditometro 2013 fasi di verifica e di accertamento fiscale nel momento in cui il sistema messo in piedi dal Fisco segnali un anomalia nella equilibratura dei bilanci personali del contribuente.

In particolare nel caso in cui il redditometro evidenzi uno scarto tra il reddito e le spese superiore al 20%, che non sarebbe compatibile nemmeno considerato il parametro connesso al reddito familiare complessivo, gli ispettori del Fisco saranno tenuti a rispettare un particolare iter prima di procedere all’accertamento fiscale.

Gli incaricati dell’Agenzia delle Entrate infatti avranno l’obbligo di mettere in piedi una fase di verifica e di confronto con il contribuente. Esso verrà  infatti convocato presso gli uffici preposti e gli sarà  concessa una fase di doppio contraddittorio che consentirà  lui di dimostrare la provenienza di ulteriori redditi e di dimostrare quindi gli scarti che ci sono tra entrate ed uscite. Alcuni redditi infatti potrebbero sfuggire all’Agenzia delle Entrate ed all’intero sistema di controllo e di accertamento fiscale messo in piedi quest’anno. Potrebbero essere infatti entrate tassate alla fonte oppure che non rientrano nelle banche dati, ben 128, che sono interconnesse e legate al sistema del redittometro 2013.

Dovranno essere fornite da parte del contribuente delle prove certe che possono ad esempio essere rappresentate dalla dimostrazione del fatto che un immobile o un bene mobile registrato come un’automobile siano stati acquistati attraverso i risparmi degli anni passati. Oppure un altro motivo potrebbe essere che tali acquisti siano stati effettuati per mezzo di donazioni, prestiti o da fondi già  tassati o da rendite finanziarie. I soldi potrebbero infatti anche essere stati donati da familiari, parenti o amici. A questo punto la palla passerà  agli agenti del Fisco che sulla base delle prove fornite decideranno se le motivazioni addotte siano pi๠o meno convincenti. Il convincimento dovrà  avvenire perಠper mezzo di atti provati, quali fatture, ricevute, bonifici e altro. Nel caso in cui questa fase venisse superata, si concluderebbe l’esperienza di verifica e non si andrebbe oltre e senza nessuna conseguenza.

In caso contrario si aprirebbe una seconda fase del contraddittorio, che sarebbe decisamente pi๠approfondita della precedente. Sarebbe infatti dovere del Fisco chiedere ai contribuenti la ragione delle spese stimate, cioètutte le piccole spese che possono essere calcolate basandosi sulla serie di dati statistici forniti dall’Istat e che comprendono quindii le spese per vitto, vestiario, trasporti e tempo libero.

I contribuenti potrebbero fornire in questo caso anche delle argomentazioni logiche, che non dovranno essere obbligatoriamente dimostrate con delle prove documentali. Nel dettaglio, tali spese presunte potranno essere smentite con delle dichiarazioni messe a verbale, ad esempio spiegando che l’uso dell’auto èpossibile grazie al prestito da parte di un parente o di un amico, oppure di soddisfare i problemi inerenti al vitto grazie all’appoggio a mense aziendali o altro.

Se anche questa fase non riuscisse a chiarire gli ispettori del Fisco, partirebbe il vero e proprio accertamento fiscale che andrà  cosଠa scandagliare ogni singolo aspetto della vita fiscale del contribuente.

Foto | Sean Gallup/Getty Images News/Getty Images