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Viaggi intracomunitari: alcolici e tabacco

Ormai da molti anni non esistono pi๠barriere doganali fra i Paesi comunitari, e questo comporta molte semplificazioni per i viaggiatori, che in linea di massima non sono tenuti a dichiarare i beni che portano all’interno o all’esterno dei confini nazionali per destinarli al proprio consumo personale o familiare (un discorso molto diverso, naturalmente, èprevisto per chi fa import-export per mestiere).


Sussistono perಠalcune eccezioni: per animali, prodotti alimentari e non alimentari di origine animale, piante, armi e altre categorie particolari si applicano le stesse norme descritte a proposito dei viaggi extracomunitari negli articoli precedenti; ai beni culturali abbiamo dedicato un articolo apposito.

Vediamo dunque le norme restanti. Abbiamo già  segnalato che i beni destinati al consumo personale importati da nazioni extra-UE non devono essere dichiarate, fermo restando che la legge fissa delle soglie piuttosto rigide per distinguere l’uso personale dalle importazioni commerciali.


Regole analoghe ma meno severe si applicano anche per l’introduzione dei vari prodotti da un Paese comunitario. Per la generalità  dei beni non esistono limiti particolari; per alcune tipologie, invece, sono in vigore delle soglie predeterminate, molto pi๠elevate rispetto a quelle valevoli per le importazioni extra-UE.

In particolare, per sigarette, cigarillos e sigari la soglia di consumo personale èfissata rispettivamente a ottocento, quattrocento e duecento pezzi; per il tabacco da fumo il tetto èun chilogrammo; per il vino la soglia èdi novanta litri, di cui massimo sessanta per gli spumanti, mentre per la birra si arriva a centodieci; per quanto, infine, riguarda gli altri alcolici, quelli con gradazione inferiore a 22° possono arrivare fino a venti litri, mentre se la gradazione èsuperiore si scende a dieci.