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Ammortamento dei beni strumentali immateriali

Il discorso avviato negli articoli precedenti traccia una serie di punti fermi (ammortamento, svalutazione, vita utile, capitalizzazione ecc.) riferibili a tutti i beni strumentali ad utilizzo pluriennale.

Per quelli immateriali, tuttavia, occorre fare ulteriori precisazioni, poichè il Codice Civile impone una serie di regole specifiche che prevalgono talvolta sui criteri contabili generali. I beni immateriali possono essere numerosi ed eterogenei; per motivi di prudenza, per alcuni di loro sono fissate talune regole severe sulla capitalizzazione e sulla vita utile.


I costi di impianto e di ampliamento (per esempio gli oneri notarili legati alla costituzione della società ) sono capitalizzabili soltanto se vi èil consenso del collegio sindacale, e in tutti i casi l’ammortamento deve avvenire entro un massimo di cinque anni.

Il medesimo discorso si applica anche ai costi di ricerca e sviluppo e a quelli di pubblicità , che sono capitalizzabili solamente se ve n’ un valido motivo: deve trattarsi di oneri i cui effetti presumibilmente si riverbereranno negli anni a venire, perchè, rispettivamente, hanno per esempio dato vita ad un prodotto nuovo da lanciare sul mercato negli anni a venire, oppure si tratta di una campagna di marketing particolarmente efficace.

In definitiva, non devono consistere in spese ordinarie bensଠtali da incidere sui ricavi futuri, che presumibilmente dovranno coprire le quote di costo che capitalizziamo.


Consenso del collegio e ammortamento entro cinque anni si applicano anche per l’avviamento, capitalizzabile solo se acquisito a titolo oneroso. Se vi sono validi motivi, tuttavia, èpossibile ammortizzare l’avviamento anche per un arco temporale superiore.

I costi legati a diritti di concessione, marchi, brevetti e beni analoghi sono capitalizzabili senza particolari limiti, e la ripartizione del costo immobilizzato si applica per la durata di godimento di tali diritti.