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Un settore in cui non investire? La cultura

I finanziamenti alla cultura non sono stati mai corposi ma sembra che adesso abbiano subito una drastica riduzione. Lo rendo noto un articolo di Vita.it che, dati statistici alla mano, illustra il cambiamento della nostra società . 

Secondo gli ultimi dati disponibili, dal 2008 gli investimenti dei privati nel settore culturale sono diminuiti del 45%, mentre le erogazioni liberali da privati in un solo anno (2013) sono crollate del 19%. Male anche le fondazioni, resistono le imprese.

Questo l’incipit dell’articolo di Vita che scoraggia tutti i mentori e coloro che vogliono investire o lavorare nel settore culturale. I dati in fondo parlano chiaro:

I privati investono sempre meno nel settore culturale. Crollano le erogazioni liberali dei contribuenti alla cultura, -19% nel 2013 rispetto all’anno precedente, e calano in modo significativo anche le donazioni da parte delle fondazioni (-12%), mentre se si considera il medio periodo (dall’inizio della crisi nel 2008), le risorse a disposizione della cultura provenienti dai privati in generale (sponsorizzazioni, erogazioni liberali, investimenti delle fondazioni bancarie) sono calate di ben il 45%.

Sono questi i dati pi๠significativi contenuti nell’XI rapporto annuale di Federculture “Cultura, identità  e innovazione: la sfida per il futuro” presentato ieri a Roma. Sul fronte dei soggetti privati che destinano risorse alla cultura, si nota nel rapporto, i trend sono per la maggior parte negativi. Il volume delle erogazioni derivanti dalle fondazioni bancarie nel 2013 (ultimi dati ACRI disponibili) èsceso decisamente sotto la soglia dei 300 milioni di euro, fermandosi a 269 milioni di euro. Un vero e proprio dimezzamento, 255 milioni in meno, rispetto al 2007 quando avevano raggiunto il massimo di 524 milioni e il 12% in meno sul 2012.