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Deflazione e trappola della liquidità 

negozio in crisi

La caduta progressiva del tasso d’inflazione appare in generale come un fenomeno positivo, poichè consente di rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e, comportando una riduzione dei tassi d’interesse bancario, favorisce la contrazione di mutui da parte delle imprese e quindi aiuta gli investimenti e lo sviluppo.

In generale, d’altronde, nei periodi di forte inflazione, il raffreddamento dei prezzi costituisce il principale obiettivo di politica economica delle autorità  finanziarie italiane ed europee.


Tuttavia, vi sono diversi motivi per augurarsi che i prezzi non scendano troppo: tant’ che, quando essi precipitano, l’obiettivo macroeconomico diviene proprio quello di sostenerli.

Quali sono i rischi? Innanzitutto, il pericolo pi๠grave èquello della cosiddetta “deflazione”, ossia un tasso di variazione di prezzi al consumo negativo.


In parole povere, i prezzi complessivamente scendono col tempo anzichè salire. La deflazione èla conseguenza pi๠peculiare delle gravi crisi economiche, in cui i consumi sembrano azzerarsi e le imprese devono concedere sconti immensi pur di smaltire le scorte di merci invendute.

Ma anche quando il tasso, pur positivo, èmolto basso, la situazione non èbuona. àˆ in queste ipotesi, secondo la nota teoria formulata da John Keynes negli anni Trenta, che si viene a creare la cosiddetta “trappola della liquidità â€.
In generale, la riduzione dell’inflazione, come accennato, ha effetti positivi sugli investimenti delle imprese.

Se, tuttavia, il tasso ètroppo basso (sotto l’uno percento), si rischia un effetto perverso del tutto opposto, noto appunto come “trappola della liquidità â€: le imprese accumulano grandi quantità  di risorse pagando interessi minimi senza poi investire, col proposito di speculare in attesa di un futuro rialzo dei tassi, oppure per scarsa fiducia nella congiuntura economica.

In questo caso, dunque, la riduzione dell’inflazione non solo non agevola ma addirittura ostacola lo sviluppo economico.