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Commercio elettronico entro i confini nazionali

Per quanto diffuso, l’acquisto di beni e servizi tramite il web èancora, tutto sommato, agli inizi. Le potenzialità  di crescita sono infatti enormi e legate a parecchi fattori: una maggiore consapevolezza dello strumento, una maggiore disponibilità  delle aziende anche di piccole dimensioni a cedere i propri prodotti on line, il ricambio demografico che farà  crescere in percentuale la popolazione anagraficamente pi๠giovane e pi๠portata alla navigazione in Internet.


Tuttavia, la crescita del commercio elettronico pare trovare un significativo limite nei confini nazionali: in proporzione, sono alquanto modesti gli acquisti eseguiti presso fornitori stranieri, nonostante il web consenta di annullare le distanze geografiche.

Si calcola che nell’Unione Europea il 34% dei consumatori abbia compiuto almeno un acquisto on line nel corso del 2009 (un quinto in pi๠rispetto all’anno precedente), ma soltanto una quota intorno all’otto percento si sia rivolta almeno una volta a ditte situate oltre i propri confini.
In verità , il fenomeno dipende dall’effetto congiunto di vari fattori che indicono tanto dal lato della domanda quanto dell’offerta.

Innanzitutto, per i consumatori entrano in gioco le barriere linguistiche, e la maggiore sicurezza (magari solo presunta) che infonde rivolgersi a chi parla lo stesso idioma. Si hanno poi timori per la propria privacy nonchè per la sicurezza delle transazioni finanziarie, timori che paiono accrescersi se i propri dati varcano le frontiere. Vi à¨, infine, una maggiore conoscenza dei fornitori nazionali e quindi maggiore affidamento sulla qualità  dei prodotti.


Di contro, i fornitori incontrano problemi principalmente nelle differenze legislative (di natura amministrativa e fiscale) fra un Paese e l’altro: il loro auspicio ènell’armonizzazione normativa a livello comunitario e nella nascita di regole sovranazionali per risolvere le controversie commerciali.