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Salgono le aliquote dei contributi dei professionisti

Come ben sanno i due milioni di iscritti ai vari ordini professionali istituiti in Italia, il macigno che pesa sui rispettivi portafogli non ètanto costituito dalle imposte dirette bensଠdai contributi professionali, quasi integralmente a loro carico.

In generale si distingue un contributo soggettivo (integralmente a proprio carico e proporzionato al reddito di lavoro autonomo) e un contributo integrativo, basato sul fatturato e addebitabile ai clienti; ma non mancano, talvolta, anche contributi di maternità  e altre voci ancora.


Come se non bastasse, in questi anni èin corso una progressiva rivisitazione del sistema dei contributi: lo scopo èquello di assicurare che tutte le Casse previdenziali autonome siano in grado di mantenersi da sè in un’ottica di almeno trent’anni.

A causa dell’aumento del numero degli iscritti, della conseguente riduzione di quote di mercato e fatturato di ognuno nonchè della crescita della speranza di vita, molte Casse hanno cosଠdovuto sottoporsi ad una serie di modifiche dei sistemi contributivi, per adeguarli ai tempi ed evitare ogni rischio di bancarotta.
Tutto questo si ètradotto, innanzitutto, in un aumento delle aliquote e, in secondo luogo, nella salita dell’età  pensionabile.
Come sintetico esempio, compiamo una breve panoramica. Per gli avvocati, il contributo integrativo èsalito nel 2010 dal 2% al 4% e quello soggettivo dal 12% al 13%, mentre per i consulenti del lavoro il nuovo anno ha visto l’addio all’aliquota unica ed il passaggio ad un sistema ad aliquote variabili secondo l’anzianità  d’iscrizione.


Per i notai già  dal luglio scorso l’aliquota del contributo mensile èvolata dal 28% al 30% del valore del repertorio. Quanto ai geometri, l’aliquota èsalita dal 10,5% all’11% (e arriverà  nel 2015 al 12%) e l’età  pensionabile salirà  gradatamente a 67 anni.