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Università , il numero chiuso favorisce la qualità  degli iscritti

Nelle università  italiane, il numero chiuso alle immatricolazioni si va via via diffondendo. Le finalità  di quest’espansione sono diverse, dalla riduzione dei costi variabili al miglioramento della didattica (pochi studenti possono essere seguiti e formati meglio rispetto ad una moltitudine).

In realtà , il numero chiuso, ottenuto con test d’ingresso molto selettivi, subisce anche periodiche contestazioni, essendo spesso visto come forma di elitarietà  della formazione universitaria.


Tuttavia, i meccanismi di valutazione oggi esistenti rivelano come il numero chiuso, diffuso principalmente nelle facoltà  a carattere scientifico, garantisca se non altro un vantaggio: il numero degli abbandoni e degli iscritti fuoricorso èpercentualmente modesto.
In effetti, coloro che superano il test d’ingresso sono in genere non solo pi๠preparati e quindi maggiormente in grado di arrivare in fondo al corso di studi, ma anche pi๠motivati e convinti della loro scelta universitaria.
Al contrario, laddove la selezione non esiste, le percentuali di abbandono al primo o al secondo anno sono pi๠notevoli.
Con il passare degli anni, i test d’ingresso sono comunque mutati, venendo in parte incontro alle obiezioni di chi li criticava. In particolare, sono stati ridimensionati i quiz a carattere nozionistico e accresciuti quelli a carattere logico.


Altre modifiche sono perಠallo studio: si pensa di dare un peso pi๠rilevante al voto di maturità , che bene o male èla valutazione di un lungo percorso di studi che non dovrebbe essere vanificato da una catena di quiz magari difficili da interpretare, ma anche di istituire un colloquio post-test.
Un’altra idea èquella di imporre un limite minimo di risposte corrette, per impedire che i meno preparati siano ammessi ugualmente al corso quando i candidati alla selezione si rivelano inferiori rispetto ai posti a disposizione.

Fonte: Il Sole 24 Ore