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Nuova strada d’accesso all’insegnamento

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L’accorpamento di scuole, classi e corsi di studio, che tante proteste sta suscitando in questi giorni presso gli insegnanti italiani per i profondi tagli che comportano (soprattutto i precari vedono allontanarsi sempre pi๠la chimera dell’assunzione), costituisce solo il primo, benchè importante, passo della rivoluzione scolastica targata Mariastella Gelmini.

Il ministro della Pubblica Istruzione, infatti, èormai vicino a mettere a punto le linee-guida definitive di una riforma da lei già  accennata altre volte in passato e riferita alle modalità  di accesso alla carriera di insegnante scolastico.


In particolare, dopo pochi anni sembra essere già  arrivata al capolinea l’esperienza delle SSIS (le scuole di specializzazione biennale post-laurea, il cui diploma èoggi indispensabile per accedere all’insegnamento): un sistema definito dalla Gelmini “obsoleto e nozionistico”.

Il ministro fonda, infatti, la sua riforma sulla normale laurea quinquennale e sul tirocinio. Per coloro destinati ad insegnare negli asili e nelle scuole elementari, il tirocinio si svolgerà  già  durante il corso di studi, mentre per i futuri insegnanti delle medie inferiori e superiori sarà  necessario un anno di formazione pratica post-laurea.
Il tirocinio dovrebbe prevedere l’affiancamento del futuro insegnante ad un docente già  esperto, che possa istruirlo sui “trucchi del mestiere”. Le modalità  concrete del tirocinio, comunque, sono ancora da definire nel dettaglio.


Cosଠcome èancora poco chiaro l’accenno al “numero chiuso”: saranno sfornati tanti insegnanti quanti ve ne saranno effettivo bisogno, per mettere un freno alla sterminata popolazione dei precari, ma i criteri di attuazione sono ancora tutti da scoprire.

Il ministro, infine, ha dichiarato che sono allo studio delle norme transitorie che traghettino verso il nuovo sistema coloro che hanno in tasca già  oggi il diploma della SSIS ma sono ancora in attesa di un’assunzione.