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Confcommercio sul DDL orari negozi

Le nuove disposizioni sugli orari dei negozi lasciano intatta la libertà  degli esercenti di restare aperti anche 24 ore al giorno. Questo il dubbio che sta ossessionando l’Antitrust. Il presidente Pitruzzella ha enfatizzato i timori legati all’approvazione del DDL orari negozi. Il parere di Confcommercio. 

Il parere di Concommercio èil seguente:

Pur rispettando il parere dell’Antitrust, Confcommercio ritene che il Presidente Pitruzzella abbia enfatizzato i timori legati all’approvazione delle nuove norme in materia di orari attualmente in discussione al Senato. Le nuove disposizioni, infatti, lasciano intatta la libertà  degli esercenti di restare aperti anche 24 ore al giorno. Quello che verrebbe introdotto èsoltanto l’obbligo di chiusura nelle 12 festività  nazionali 6 delle quali potrebbero tuttavia essere sostituite dagli esercenti con altrettanti giorni a loro libera scelta. Ci sembra una regolamentazione minima, ragionevole e  assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà  di concorrenza. Inoltre gli accordi territoriali previsti dalle nuove disposizioni e con i quali si potrebbero finalmente coordinare gli orari di tutti i servizi pubblici e privati restano assolutamente facoltativi. Confcommercio pertanto non ravvisa in queste norme alcun passo indietro nel processo di liberalizzazione che, questo sà¬, resta difficoltoso in altri settori, non certo per il commercio.

Ma cosa aveva detto Pitruzzella in Senato? Ecco il succo del discorso

Il disegno di legge sugli orari dei negozi approvato alla Camera ”rischia di rappresentare un passo indietro nel già  difficoltoso processo di liberalizzazione e di ammodernamento del settore” e ”si pone in contrasto con la normativa comunitaria”. Cosi’ il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, in audizione al Senato. Il DDL in esame alla commissione Industria, commercio e turismo di Palazzo Madama ”reintroduce una serie di limitazioni e di vincoli” per gli esercizi commerciali, osserva Pitruzzella, a partire dall’obbligo di chiusura per sei giorni festivi l’anno fino alla possibilità  per i comuni di definire gli orari con accordi territoriali non vincolanti. Pitruzzella sottolinea come già  ci siano ”significativi ostacoli normativi e amministrativi” alla liberalizzazione delle aperture a livello regionale e locale. ”A fronte di tali resistenze – conclude il garante – la strada da percorrere deve andare nel senso di rimuovere tempestivamente gli ostacoli ancora interposti a livello locale alla liberalizzazione disposta dal legislatore nazionale; e non certo nella direzione di reintrodurre tali limiti”.