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Sanità , aumento delle imposte in quattro Regioni

In questi ultimi mesi, l’austerità  nelle spese pubbliche e il rigore contabile sono divenuti argomento comune e ricorrente; già  da tempo, tuttavia, esiste un patto di stabilità  interno che vincola Regioni ed enti locali a rispettare una serie di parametri che garantiscono l’equilibrio dei rispettivi bilanci.

Laddove tali parametri non vengano rispettati, la conseguenza automatica e inevitabile diviene un aumento dell’imposizione tributaria, per reperire quei fondi che occorrono per rimettere in sesto i buchi di bilancio.


Il discorso pi๠importante riguarda la sanità , enorme voragine che inghiotte la gran parte delle risorse a disposizione delle Regioni italiane. Esistono cinque amministrazioni che da tempo sono tenute sott’occhio per la “disinvoltura” nella gestione dei conti sanitari, e che hanno già  subito aumenti delle imposte.

Queste Regioni si sono, in realtà , messe in moto per rimettere a posto i loro conti; tuttavia, i rispettivi deficit sono calati ma ancora esistenti. E se per una delle cinque Regioni, l’Abruzzo, le vicende legate al terremoto suggeriscono clemenza, per le altre quattro non ci sono speranze: si tratta di Calabria, Campania, Lazio e Molise.

Con un comunicato ufficiale, infatti, il ministero delle Finanze ha riconosciuto l’esistenza di un buco di bilancio riferito all’anno 2009, da risanare tramite un incremento delle aliquote fiscali. Cosicchè, per il periodo d’imposta 2010 èstato disposto d’ufficio per queste Regioni un aumento delle aliquote, dello 0,3% per l’addizionale regionale all’IRPEF e dello 0,15% per l’IRAP.


L’addizionale regionale si paga esclusivamente a saldo, e dunque la stangata fiscale si determinerà  soltanto con la prossima dichiarazione dei redditi. L’IRAP, invece, si paga con un meccanismo di acconto e saldo; all’Agenzia delle Entrate l’incarico di determinare le modalità  di adeguamento del secondo acconto IRAP, da versare entro il 30 novembre.