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Quanti giorni si lavorano per pagare le tasse?

La CGIA di Mestre, sempre attenta al tema della tassazione, spiega che in Italia, mediamente, un lavoratore lavora fino al 7 giugno dall’inizio dell’anno per pagare le imposte dovute al fisco. Una media molto alta rispetto ai paesi dell’area UE e dell’area euro anche se ci sono dei paesi “insospettabili” che riescono a fare peggio. 

Nel 2013, questo èil periodo d’imposta di riferimento: i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 7 giugno. Il che vuol dire che per pagare le tasse devono lavorare 9 giorni pi๠di quello che lavorano i paesi dell’area euro e 13 giorni pi๠di quello che lavorano i paesi dell’UE. A spiegare il fenomeno e a commentare la situazione tricolore, ci ha pensato il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi che dice:

Nel 2013 gli italiani hanno dedicato 158 giorni di lavoro per onorare le tasse, i tributi, i contributi e le imposte previste dal nostro fisco. Record storico già  uguagliato nel 2012. Nell’area dell’euro solo i francesi, con 174 giorni, i belgi, con 172 e i finlandesi, con 161, hanno sopportato uno sforzo fiscale superiore al nostro. La media dell’area dell’euro si èstabilizzata a 149 giorni, mentre quella relativa ai 28 Paesi dell’Ue èstata di 145 giorni.

Il paese insospettabile di cui parlavano in apertura èdunque la Francia che èspesso usata come paragone per valutare le performance produttive dello Stivale. Ci sono naturalmente anche dei paesi che fanno molto meglio del nostro: il tax freedom day tedesco, per esempio, scatta al 144esimo giorno, quindi prima di arrivare alla media UE. Per l’Olanda arriva al 136esimo giorno e ancora meglio sanno fare gli spagnoli che lavorano soltanto 123 giorni per il fisco. Secondo Bortolussi si riesce ad invertire la tendenza italiana affidandosi al federalismo fiscale. Ecco perchè:

Tutti i paesi federali presentano una pressione fiscale molto inferiore alla nostra, con una macchina statale pi๠snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualità . Pertanto, ènecessario riprendere in mano il federalismo fiscale, definire ed applicare i costi standard per abbassare gli sprechi e gli sperperi e, nel contempo, ridurre le tasse di pari importo.