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Situazione di diffusa insicurezza per famiglie e imprese

Alla fine di quella che èconsiderata la grande crisi, per le famiglie e le imprese italiane non c’èancora una rinnovata fiducia nell’economica dello Stivale, anzi! Confesercenti proposte un’analisi della situazione. 

Il 2016 ci ha portato una ripresa economica che va consolidandosi su ritmi lenti. Siamo molto lontani dai ritmi di crescita pre-crisi, ritmi ai quali molti cittadini e molte imprese, vorrebbero riabituarsi. Secondo Confesercenti occorre riconoscere che molto èstato fatto dopo la chiusure dell’esperienza dei “governi tecnici”, anche in virt๠del contestuale riassorbimento delle tensioni sui mercati finanziari. Il grado di stringenza della politica fiscale si èmolto ridimensionato nel corso dell’ultimo biennio e la discussione in sede europea sui temi dell’austerità  di bilancio garantisce dal rischio di un ritorno dell’austerity. Ma la fiducia non torna. Aggiunge la confederazione preoccupata anche dell’andamento dei saldi:

Foto | Georges Gobet/AFP/Getty Images

Il contributo fornito dal diverso orientamento della politica economica all’uscita dalla recessione italiana èindubbio; restano tuttavia al di sotto delle attese i risultati ottenuti in termini di intensità  della ripresa. Un fattore ci sembra giocare un ruolo centrale: la situazione di diffusa insicurezza in cui si sono ritrovate famiglie e imprese italiane alla fine della grande crisi. Incertezze dovute a contesti economici – il crollo del potere d’acquisto delle famiglie, l’aumento della disoccupazione, il credit crunch – e penetrazione dei fenomeni criminali a danni di cittadini e imprese.

Sulla base dei risultati delle nostre stime econometriche abbiamo simulato gli effetti per l’Italia di un miglioramento del contesto sociale, culturale e istituzionale. Nello specifico, abbiamo stimato quali potrebbero essere gli effetti sul reddito pro-capite se l’Italia avesse le stesse caratteristiche della Germania in termini di tasso di criminalità , di condizioni di accesso al credito e di efficienza delle procedure d’insolvenza. Dalle nostre elaborazioni emerge che il reddito potrebbe aumentare, potenzialmente, di oltre 3 mila euro per singolo abitante, con un incremento di quasi il 12 per cento rispetto al livello medio osservato nel 2015.