Da alcuni anni vige una normativa dettagliata sull’attività medica intramuraria (“intra moeniaâ€)..
Gli scopi sono due: da un lato, mettere in campo un inedito meccanismo fiscale (i compensi sono pagati all’ospedale e da questi girati al medico) che impedisce prestazioni in nero; dall’altro, favorire una riduzione dei tempi di attesa per le visite.
È stato anche costituito un apposito Osservatorio, con l’incarico di monitorare l’applicazione della legge sul territorio e di riferirne al Parlamento con un’approfondita relazione annuale.
Scorrendo la relazione riferita all’anno solare 2009, è possibile fare il punto sulla situazione. Se in media la spesa del SSN per ogni cittadino italiano arriva a 340 euro, la spesa sostenuta per prestazioni intramurarie è pari al 6% circa, e cioè a 20,5 euro pro-capite.
In tutto, il fatturato complessivo nel 2009 per le prestazioni intramoenia si aggira intorno a 1.228 milioni di euro, di cui 163 trattenuti dagli ospedali e 1.065 arrivati ai dottori.
Per quanto riguarda la natura delle prestazioni offerte, il dato è largamente variabile secondo la zona di riferimento: ad esempio, mentre in Basilicata straripano le prestazioni specialistiche mentre sono pressoché assenti le prestazioni ospedaliere, la situazione opposta accade in Abruzzo. Quanto ai “servizi variâ€( consulenze e simili), sono quasi inesistenti in Emilia-Romagna mentre vanno forte nel Lazio e in Calabria.
Infine, i dati sui tempi di attesa: sebbene più modesti rispetto al servizio ospedaliero ordinario, in alcuni casi restano piuttosto alti: per una visita cardiologia “intramoeniaâ€, infatti, si può arrivare a 390 giorni d’attesa.
Fonte: Il Sole 24 Ore