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Il 41% delle famiglie rinuncia alle cure per le liste d’attesa

Le liste d’attesa sono sempre troppo lunghe negli ospedali pubblici al punto che gli italiani preferiscono rinunciare ai trattamenti offerti dal sistema sanitario. Un’amare conclusione e una difficile scelta per i malati che fotografa un’emergenza sociale. 

Il Censis ha indagato sulle spese sanitarie sostenute dagli italiani e questo èil risultato:

Anche le spese di welfare sono richiamate come esempio di nuove spese o spese pregresse in rialzo in grado di far traballare la sostenibilità  familiare; sono il 34,9% le famiglie che negli ultimi dodici mesi hanno visto emergere nuove spese e/o aumenti di spesa relativi alla salute che stanno intaccando la tenuta economica del proprio budget.

In particolare (tab. 17):

– oltre il 34% degli intervistati indica come spese che stanno generando impatti destabilizzanti sul reddito familiare la spesa per i ticket per farmaci e/o visite specialistiche e/o accertamenti diagnostici;

– il 32,4% segnala la spesa per le visite mediche specialistiche interamente a proprio carico;

– oltre il 20%, gli accertamenti diagnostici interamente a proprio carico.

Tali dati pongono l’accento sull’effetto particolarmente regressivo che hanno le spese sanitarie private, quelle interamente a carico dei cittadini, presumibilmente non rinviabili, che derivano da prestazioni che i cittadini stentano ad avere tempestivamente nel pubblico a causa delle lunghe liste di attesa. Le spese per visite mediche ed accertamenti diagnostici a pagamento impattano negativamente sui bilanci, rispettivamente, del 37,6% e del 27,4% delle famiglie a basso reddito. La regressività  della spesa sanitaria privata quindi èlegata solo in parte alle manovre di finanza pubblica che hanno colpito la sanità , perchè rinvia anche alla insufficiente offerta pubblica rispetto alla dinamica della domanda, che in alcuni contesti rende inevitabile il ricorso alla sanità  privata se si vuole avere accertamenti o terapie in tempi rapidi, o percepiti come tali.